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Chi è Wade Wilson, il ‘Deadpool killer’ condannato a morte per gli omicidi di Kristine Melton e Diane Ruiz

Martedì 27 agosto un giudice ha condannato a morte Wade Wilson, 30 anni, per gli omicidi di due donne, la 35enne Kristine Melton e la 43enne Diane Ruiz, avvenuti nel 2019 a Cape Coral, in Florida. Il processo è iniziato il primo giugno e si è concluso dopo settimane con la pena capitale. Ecco chi è il ‘Deadpool Killer’ e chi erano le sue vittime.
A cura di Eleonora Panseri
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Da sinistra: Kristine Melton, Wade Wilson e Diane Ruiz.
Da sinistra: Kristine Melton, Wade Wilson e Diane Ruiz.

Martedì 27 agosto un giudice della Florida ha condannato a morte Wade Steven Wilson, 30 anni, l'assassino noto come il ‘Deadpool Killer', per gli omicidi di due donne, la 35enne Kristine Melton e la 43enne Diane Ruiz, avvenuti nel 2019 a Cape Coral.

Il processo, durato settimane, è iniziato il primo giugno con la selezione della giuria e si è svolto presso il tribunale della contea di Lee a Fort Myers.

"Le prove hanno dimostrato che entrambi gli omicidi sono stati efferati, atroci e crudeli, e che il secondo omicidio è stato freddo, calcolato e premeditato", ha affermato il giudice Nicholas Thompson durante l'udienza di condanna di Wilson.

L'imputato ha inflitto "grave dolore fisico ed emotivo alle vittime" mentre si trovava in libertà vigilata per condanne per reati gravi, ha aggiunto il giudice che ha accolto la richiesta della pena capitale espressa da una giuria composta da 12 membri pochi giorni prima.

Wilson si unisce ora alle 279 persone, tra cui due donne, nel braccio della morte della Florida . L'esecuzione più recente nello Stato ha avuto luogo a ottobre,  quando è stato giustiziato  Michael Zach per  l'omicidio di una donna avvenuto nel 1996.

Chi è Wade Wilson, il ‘Deadpool Killer'

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Wade Steven Wilson è nato in Florida nel 1994 da genitori minorenni e dato in adozione. È conosciuto come il ‘Deadpool Killer' perché condivide il nome con il personaggio Marvel Deadpool.

Il 30enne soffre di schizofrenia e disturbo bipolare della personalità e, prima dei due omicidi, era stato arrestato una ventina di volte per piccoli furti e violazioni di domicilio.

Il suo caso è stato molto seguito dai media statunitensi e per questo il suo volto, ricoperto da appariscenti tatuaggi, tra cui punti di sutura, una svastica e uno con la scritta "Gloria" in corsivo, è diventato tristemente noto.

L'assassino ha anche riscosso un successo disturbante: migliaia di donne infatti sono diventate sue ‘ammiratrici', gli hanno inviato lettere e foto intime e hanno lottato per tentare di salvargli la vita.

Chi erano Kristine Melton e Diana Ruiz, le vittime di Wilson

Kristine Melton e Dian Ruiz
Kristine Melton e Dian Ruiz

Kristine Melton, 35 anni, la prima vittima di Wilson, era cresciuta nell'Illinois e poi si era trasferita a Cape Coral con un'amica, dove aveva lavorato come cameriera, come riferiscono i media statunitensi.

Melton è stata descritta come una persona gentile e arguta e che sognava di diventare madre.

Diane Ruiz, 43 anni, era madre di due figli, era fidanzata e lavorava come barista al momento del suo omicidio. Uno dei suoi figli ha raccontato a Fox4 che sua madre viveva per la sua famiglia ed era una cara amica per moltissime persone.

I colleghi del Moose Lodge, il bar dove lavorava, la ricordano come "il cuore pulsante del bar", non aveva mai saltato un turno per oltre cinque anni.

La ricostruzione dei due omicidi

Il 6 ottobre 2019 Wade Wilson incontrò la sua prima vittima, la 35enne Kristine Melton, in un bar con musica dal vivo di Cape Coral, in Florida, e dopo averla accompagnata a casa l’aveva picchiata e strangolata a morte.

Secondo quanto segnalato dall’autopsia, la donna aveva riportato diverse ferite al viso, emorragie al collo e contusioni ai polmoni, al fegato, alla vescica e al colon.

La stessa notte, dopo aver rubato l'auto a Melton, l’assassino riuscì a fermare la 43enne Diane Ruiz con la scusa di chiederle indicazioni stradali.

Costretta a salire sul veicolo, la 43enne fu strangolata, gettata dall’automobile in corsa e investita più volte. Venne subito arrestato e in alcune telefonate fatte al padre biologico e alla fidanzata dell'epoca confessò di aver ucciso le due donne.

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