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Chi è Viktor Bout, il “mercante della morte” russo accusato di vendere armi agli Houthi

Uscito da una prigione statunitense nell’ambito di uno scambio di prigionieri nel 2022, Viktor Bout è tornato a Mosca reinventandosi come politico locale, ma è presto tornato a vendere armi. Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, ora si occupa di trattare l’acquisto e la vendita di armi per gli Houthi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Viktor Bout
Viktor Bout

Viktor Bout è uscito da una prigione statunitense nel dicembre del 2022 nell'ambito di uno scambio di prigionieri con Mosca. Negli Stati Uniti è tornato Brittney Griner, star del basket americano, mentre Bout ha fatto ritorno in Russia dove poi si è unito a un partito di estrema destra pro-Cremlino conquistando un seggio in un'assemblea locale nel 2023.

Il 57enne, noto anche in passato per il suo traffico di armi, è tornato all'azione. Per anni ha venduto armi di fabbricazione sovietica in Africa, Sud America e Medio Oriente prima di essere arrestato nel 2008, ora sarebbe tornato a vendere armi leggere ai militanti Houthi dello Yemen sostenuti dall'Iran.

La vita di Bout ha ispirato perfino un film di Hollywood del 2005, Lord of War, con tanto di partecipazione di Nicolas Cage. Nella pellicola, il regista racconta tutta la sua storia ripercorrendo i traffici di armi fatti in Africa, Sud America e Medio Oriente prima dell'arresto. Con il suo ingresso in carcere, la sua figura è stata temporaneamente dimenticata fino all'uscita di prigione e al nuovo ingresso in politica nel 2023. Ora però i suoi giorni da politico locali sono finiti e lui è tornato a mediare per l'acquisto di armi con gli Houthi, i cui emissari si sono recati Mosca nel mese di agosto per negoziare l'acquisto di modelli automatici per un valore di oltre 10 milioni di dollari.

Viktor Bout
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La notizia sarebbe stata diffusa in prima battuta da un funzionario per la sicurezza europeo. Secondo quanto da lui raccontato, le vendite si fermerebbero a fucili, pistole e armi da fuoco di precisione. Nessun missile antiaereo o antinave russo, quindi. Secondo alcuni funzionari americani citati dal Wall Street Journal, un mercato di quel tipo avrebbe rappresentato una vera e propria minaccia per gli Usa, impegnati a difendere i trasporti via mare dagli attacchi Houthi.

L'amministrazione Biden però sarebbe preoccupata: il timore è che Bout fornisca armi avanzate per vendicarsi del sostegno di Washington all'Ucraina, ma non ci sono prove che i miliziani abbiano chiesto proprio di acquistare i missili antiaerei.

Anche le spedizioni di armi leggere agli Houthi incontrano il parere contrario della Casa Bianca, che sostiene che armare una parte belligerante del conflitto in Medio Oriente "sia un'escalation che vede coinvolta anche la Russia". Secondo il suo avvocato, Bout non si occupa più della vendita di armi da anni, "ma se il governo russo lo avesse autorizzato – ha ribadito al Wall Street Journal – a facilitare il trasferimento di armi a uno degli avversari degli usa, non sarebbe molto diverso da quello che ha fatto l'America con uno degli avversari della Russia, l'Ucraina, che ha ricevuto armi di ogni tipo e anche esemplari di distruzione di massa".

Anche Bout ha definito quanto riportato dal quotidiano statunitense sul suo rapporto con gli Houthi "un'accusa infondata", ma non ha specificato se sia tornato o meno nel commercio di armi. Stando a quanto specifica il Wall Street Journal, Bout avrebbe venduto diversi AK-74 e altre armi delle quali non si conosce ancora la natura. Tra queste vi sarebbero alcuni missili anticarro.

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