Chi è Santiago Abascal, leader di Vox alleato di Meloni e grande sconfitto alle elezioni in Spagna
Santiago Abascal è il leader di Vox, partito che a quest'ultima tornata elettorale ha raccolto il 12,4%, perdendo diversi punti rispetto al 2019 e ottenendo appena 33 seggi in Parlamento. Fino a ora, grazie alle precedenti elezioni, ne aveva 52. Abascal ha una lunga carriera politica alle spalle: dopo anni di militanza nel Partito popolare, da quasi dieci è presidente di Vox, il partito di estrema destra spagnola. Dai risultati definitivi delle elezioni – e soprattutto per via del crollo del partito di Abascal – è evidente che un accordo con il leader dei popolari Feijoo per portare Vox al governo sia lontanissimo.
Chi è Santiago Abascal, leader di Vox
Classe 1976, Santiago Abascal è nato a Bilbao. Sia il padre che il nonno erano militanti politici: il padre è stato per ben 35 anni membro del Partito Popolare, mentre il nonno era stato sindaco durante il periodo franchista. La sua famiglia è stata minacciata dall'ETA, l'organizzazione terrorista indipendentista basca. La destra conservatrice, a cui fa riferimento la famiglia di Abascal, è fortemente nazionalista.
Abascal entra nel Partito Popolare giovanissimo, appena diciottenne. Ricopre la carica di consigliere comunale a Llodio per diversi anni e poi viene eletto con il PP nel Parlamento basco. Ricoprirà l'incarico tra il 2004 e il 2009. Nel 2003, invece, si era laureato in Sociologia.
Dal PP a Vox, il partito di estrema destra spagnolo
Nel 2013 Abascal decide di lasciare il PP, dopo alcuni contrasti con la leadership del partito: un episodio che ha scatenato gli attriti è stato ad esempio quello del rilascio, da parte del governo guidato da Mariano Rajoy, di un anziano terrorista dell'ETA a causa di gravi condizioni di salute.
L'anno successivo Abascal partecipa alla presentazione pubblica di un nuovo partito politico, Vox appunto. L'impronta nazionalista e conservatrice è chiarissima e l'obiettivo pure: Vox vuole rappresentare un'alternativa ai Popolari (e alla storica alternanza tra PP e PSOE), difendendo l'unità della nazione spagnola dai diversi movimenti indipendentisti. Secondo Abascal il PP, infatti, era stato troppo morbido negli anni sia verso le istanze secessioniste (del popolo basco, ma anche di quello catalano), che verso quelle progressiste della sinistra spagnola.
Le posizioni reazionarie: la "Grande Spagna" e la Reconquista
Le posizioni politiche di Abascal possono essere descritte come sovraniste e ultra-conservatrici. Spesso ha parlato di Grande Spagna e fatto riferimento alla "Reconquista" per difendere un'idea di Europa cattolica e con radici culturali ben definite. Ha proposto di costruire dei "muri invalicabili" a Ceuta e Melilla, le città spagnole in territorio marocchino, e di espellere dal Paese tutti i migranti irregolari. Ha dichiarato che il riscaldamento globale sia "la più grande truffa della storia" e ha spesso criticato le istanze femministe difendendo invece la famiglia tradizionale. Sul fronte economico, si definisce liberale.
L'amicizia con Giorgia Meloni e i legami tra Vox e Fratelli d'Italia
Abascal ha spesso citato Giorgia Meloni come suo punto di riferimento politico, insieme ad altri tra cui Donald Trump, Jair Bolsonaro e Marine Le Pen. Tra i due si è instaurata una vera e propria amicizia e la leader di Fratelli d'Italia ha spesso partecipato agli eventi elettorali di Vox, rivolgendosi ai "patriotas" spagnoli.
Anche alla chiusura di questa campagna elettorale Meloni ci ha tenuto a inviare un messaggio al comizio di Vox, sottolineando che sia "arrivato il tempo dei patrioti" e affermando che "la vostra vittoria può dare impulso a tutta l'Europa".