Chi è Ron DeSantis, il candidato presidente degli Stati Uniti appoggiato da Elon Musk
Ha avuto diversi problemi tecnici, ma alla fine è arrivato l'annuncio che Ron DeSantis, avvocato classe 1978 e governatore repubblicano della Florida, si candiderà come prossimo presidente degli Stati Uniti. Il lancio è avvenuto su Twitter Spaces, piattaforma audio, ma è partito con più di mezz'ora di ritardo e la connessione è saltata più volte. L'annuncio è avvenuto con una conversazione con Elon Musk, miliardario imprenditore che ha espresso apprezzamenti per DeSantis in passato, ma non l'ha appoggiato ufficialmente.
Eletto alla guida della Florida nel 2019, DeSantis è stato deputato dal 2012 al 2018. È stato un acceso sostenitore di Donald Trump, prima di raffreddare i rapporti negli ultimi anni per costruirsi un'identità politica autonoma. Oggi, proprio Trump è l'avversario principale che DeSantis incontrerà alle primarie del Partito repubblicano che si terranno nei prossimi mesi.
Le origini italiane, la carriera militare e l'ingresso in politica
Nato il 14 settembre 1978, DeSantis è sposato e ha tre figli. La sua famiglia ha origini italiane: tutti i suoi bisnonni sono nati in Italia, tra Abruzzo, Campania e Molise. DeSantis si è laureato in storia a Yale e in giurisprudenza ad Harvard, due tra le università più prestigiose e più costose degli Stati Uniti.
Ha svolto un periodo di servizio nella Marina militare, lavorando direttamente con le persone detenute nel campo di prigionia di Guantanamo Bay. Un detenuto dell'epoca, Mansur Ahmad Saad al-Dayfi, nel 2022 ha detto che DeSantis era responsabile per l'alimentazione forzata dei detenuti, una pratica che le Nazioni unite considerano una forma di tortura. L'attuale governatore della Florida ha anche passato alcuni mesi in Iraq, tra il 2007 e il 2008, come consulente legale per un corpo di operazioni speciali a Fallujah.
Nel 2010 il suo impegno attivo con l'esercito è terminato e nel 2012 è stato eletto tra i rappresentanti repubblicani della Florida al Congresso. È stato poi rieletto consecutivamente sia nel 2014 che nel 2016, quando ha lanciato anche una campagna elettorale per l'elezione al Senato, poi ritirata.
L'elezione a governatore della Florida
Nel 2018, DeSantis si è candidato come governatore della Florida per succedere al repubblicano Rick Scott, impostando la campagna elettorale su una forte vicinanza al presidente Donald Trump, e ottenendo a sua volta l'endorsement, ovvero l'appoggio pubblico, di Trump stesso. Ha vinto l'elezione contro il democratico Andrew Gillum con un margine di voti molto limitato, lo 0,4%.
Nel 2022, per la rielezione, ha affrontato l'ex governatore democratico Charlie Crist, che lo ha attaccato per la deportazione di migranti irregolari verso Stati democratici. Durante la campagna elettorale, DeSantis ha evitato di promettere che avrebbe portato a termine il suo mandato da governatore, suggerendo che si sarebbe candidato come presidente quest'anno. Ha vinto la rielezione, questa volta con un margine di voti decisamente elevato: 59% contro 40%, la differenza più alta in un'elezione di questo tipo in Florida dal 1982.
Le posizioni politiche su clima, immigrazione e diritti Lgbt
Nel 2013, da deputato, DeSantis ha firmato il No climate tax pledge, un accordo che lo impegnava a non promuovere tasse che contrastassero la crisi climatica. In cambio ha ottenuto il sostegno del gruppo politico Americans for prosperity, finanziato dai fratelli Charles e David Koch, miliardari a capo della multinazionale Koch Industries che si occupa anche di lavorazione e commercio del petrolio. Nel 2021, ha firmato una legge che impedisce alle amministrazioni locali di proibire o limitare alcuna fonte di energia elettrica, di fatto limitando le politiche per la promozione delle energie rinnovabili.
Nel lancio della sua campagna presidenziale, il candidato ha detto che nel suo primo giorno da presidente proclamerebbe lo stato di emergenza nazionale per chiudere i confini meridionali del Paese, quelli con il Messico. Poi, ha detto, rilancerebbe molte delle leggi approvate dall'amministrazione di Donald Trump per il blocco degli ingressi di persone migranti. Da governatore della Florida, DeSantis ha emanato il divieto di abortire dopo sei settimane di gravidanza – una legge non ancora in vigore, in attesa che la Corte suprema della Florida la approvi.
Nel 2021, ha vietato alle atlete transgender di partecipare alle competizioni sportive femminili a livello di scuola media, scuola superiore e università. L'anno scorso ha lanciato la legge cosiddetta ‘Don't say gay‘, che vieta di parlare nelle scuole di ogni questione legata all'orientamento sessuale e all'identità di genere.
I temi di diritti civili, per la comunità Lgbt ma anche per le comunità colpite dal razzismo sistemico, per DeSantis sono "woke", un termine usato dalla destra statunitense per sminuire le posizioni progressiste: il "virus woke", ha detto, "è in pratica una forma di marxismo culturale. È una guerra contro la verità". Di recente, ha promosso un pacchetto di quattro leggi che estendono i divieti nelle scuole, vietano gli spettacoli di drag queen e drag king (potenzialmente arrivando a criminalizzare le persone transgender), proibiscono alle persone trans di utilizzare bagni e spogliatoi pubblici del proprio genere e proibisce allo Stato di finanziare percorsi di transizione di genere.
La rivalità con Donald Trump
DeSantis non si dovrà dimettere da governatore per candidarsi come presidente, dato che il mese scorso il Congresso della Florida ha cambiato una legge che invece lo prevedeva. Per la sua campagna, lo slogan annunciato sarà il "Great American comeback", il "grande ritorno americano". Un motto che, secondo Donald Trump, è stato plagiato da una frase pronunciata dallo stesso Trump nel 2020.
La competizione con Trump è già accesa: passato il periodo in cui l'imprenditore sostenne la sua campagna da governatore nel 2018, ora l'ex presidente vede in DeSantis un avversario non solo carismatico, ma che ha posizioni ugualmente estreme su diversi temi. In più, il governatore della Florida può presentarsi come un volto nuovo e più giovane, mentre Trump ha perso alle ultime elezioni presidenziali contro Joe Biden. Al momento, i principali sondaggi sono a favore dell'ex presidente, ma ci sono ancora diversi mesi prima che la campagna elettorale entri nel vivo.