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Chi (e quanto) guadagna dalla vendita dei gadget di papa Francesco? Non lo sa neanche il Vaticano

Dai lecca lecca con l’effige pontefice fino alle statuette con la testa che fa avanti e dietro: tuttavia, di questo enorme commercio veramente poco finisce nelle casse della Santa Sede.
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Alcuni gadget sono kitsch fino all’inverosimile, altri sono assurdamente brutti. Oltre alle cartoline, ai rosari, alle immaginette, un turista che voglia farsi un giro per Roma può agevolmente comprare una statuina che ritrae papa Francesco con la testa “a molla”, che si muova spingendola con le dita o addirittura un bizzarro lecca lecca con l’effige del pontefice benedicente. Ma quanto guadagna il Vaticano dalla vendita di questi oggetti? La risposta è semplice quanto disarmante: quasi nulla.

Già, il Vaticano non produce in proprio i gadget e di certo il Papa non si mette a fare causa per chi sfrutta economicamente la sua immagine. Chiunque voglia può utilizzare il volto del Papa e provare a farci soldi. Unico limite (di cui spesso non si tiene comunque conto): il buongusto. Qualche mese fa la Segreteria di Stato ammonì i produttori ed i venditori, annunciando che, finalmente, il Vaticano avrebbe controllato eventuali usi impropri dell’immagine del Papa. Il fenomeno è di dimensioni talmente ampie su scala mondiale che, ovviamente, l’annuncio è rimasto sulla carta e nulla di concreto è stato fatto. D’altronde, considerando che molti oggetti sono prodotti in Estremo Oriente e commercializzati nei cinque continenti, in negozi o bancarelle oltre che sul web, come sarebbe possibile controllare il loro viaggio?

In linea del tutto teorica è obbligatorio chiedere il permesso alla Santa Sede, ma poi non lo fa nessuno. E’ praticamente impossibile stimare il giro di affari degli oggetti che riportano il volto del Papa, ma è certo che siamo nell’ordine delle decine, se non delle centinaia, di milioni di euro ogni anno in tutto il Pianeta. Se solo una piccola parte di questi soldi finisse nelle casse vaticane, di certo si potrebbero portare avanti molte opere di bene.

Da quando Francesco è Papa, però, la situazione è un po’ migliorata. Dal primo gennaio 2015, infatti, sono la Tipografia Vaticana è autorizzata a stampare le pergamene con le benedizioni papali, che vengono concesse per matrimoni, battesimi, comunioni e cresime celebrate in chiesa. Il servizio di vendita è stato affidato alla Elemosineria Apostolica, l’ufficio che gestisce la beneficenza per conto del Papa. Con i soldi che vengono guadagnati dalle vendite è stato possibile aiutare, in questi anni, i clochard che vivono nei pressi di piazza San Pietro, tanti migranti, numerose famiglie in stato di povertà. Ogni anno sono centinaia di migliaia le pergamene con il volto di Francesco stampate e spedite nel mondo. Inventate da papa Leone XIII nell’ormai lontano 1878, le pergamene, firmate dall’elemosiniere, sono timbrate a secco dopo la stampa per evitare ogni possibile contraffazione.

Nel mondo cattolico, però, non “tira” solo papa Francesco. Vanno fortissimo anche gli oggetti che ritraggono san Giovanni Paolo II, mentre di Benedetto XVI, mai amatissimo dalle grandi folle, si fa fatica a trovare ancora dei gadget in giro. Poi ci sono i santi: ovviamente va fortissima la Madonna, ma pure san Giuseppe e santa Rita, per non parlare del santo più amato dagli italiani: padre Pio di Pietrelcina. Proprio su San Pio si tramanda un gustoso aneddoto, anche se non si sa quanto sia vero: il frate non era contento che si facesse commercio della sua immagine, ma la tollerava. Sosteneva, infatti, che anche chi si era impegnato in quel particolare tipo di attività avesse il diritto di campare…

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Classe 1979, giornalista, esperto in comunicazione istituzionale e sociale. Nel 2012 ha vinto il Premio Adone Zoli per i suoi studi storici e politici. Per Fanpage si occupa soprattutto di questioni religiose e riguardanti la Chiesa cattolica, ma non solo...
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