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Chi è Mevlut Mert Altintas, l’attentatore che ha ucciso l’ambasciatore russo ad Ankara

Aveva 22 anni ed era un agente della polizia anti-sommossa di Ankara da due anni. Non era stato arrestato o sospeso dopo il fallito golpe di luglio, ma aveva fatto da scorta a Erdogan in due occasioni. Ieri ha aperto il fuoco contro Karlov al grido di “Vendetta per Aleppo”. E poi la firma: “Allah Akbar”.
A cura di Biagio Chiariello
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Si chiamava Mevlüt Mert Altintas, aveva 22 anni ed era un agente delle forze speciali anti-sommossa della polizia di Ankara da due anni, l’uomo che ieri ha ucciso l’ambasciatore russo, Andrei Karlov, al grido di “Vendetta per Aleppo”. E di fatti nella sala dove ha compiuto l’agguato è entrato come un insospettabile, mostrando il suo regolare tesserino da agente. Mentre il diplomatico stava tenendo il suo discorso alla mostra d'arte "La Russia attraverso gli occhi dei turchi”, Altintas ha aperto il fuoco con la pistola che il metal detector avrebbe segnalato all’ingresso: “Nessun problema, è un poliziotto, può entrare”. Otto o nove, secondo diverse fonti, i colpi scaricati contro Karlov, gridando in un misto di arabo e turco: "Non dimenticate la Siria. Fino a quando le nostre città non saranno sicure, neanche voi sarete al sicuro. Solo la morte mi può portare via. Chiunque sia coinvolto in questa sofferenza ne pagherà un prezzo". Quindi, in arabo, ha aggiunto: "Noi siamo quelli che hanno giurato fedeltà a Maometto per condurre la jihad". Parole che, afferma la Cnn, suonano molto simili agli slogan del braccio siriano di al Qaida in Siria, Fronte al Nusra. L'uomo è stato ucciso dalle forze speciali turche dopo uno scontro a fuoco.

Ora gli inquirenti vogliono capire se vi siano delle possibili complicità all’interno delle stesse forze di polizia, anche a seguito del colpo di stato (fallito) di qualche mese fa in Turchia contro Recep Tayyip Erdogan. Alcuni hanno infatti avanzato l’ipotesi che Altintas fosse in realtà un seguace del nemico giurato del premier turco, Fethullah Gulen, ritenuto la mente del golpe dello scorso 15 luglio. Ma il 22enne attentatore non sarebbe tra gli epurati dalla polizia turca. Il giovane agente  aveva prestato servizio per la scorta dello stesso Erdogan in due occasioni: sia a Konya nel 2014 che a Bursa nel febbraio 2015, era stato uno degli addetti alla sicurezza del premier. Gulen, in esilio negli Stati Uniti, ha  comunque smentito ogni coinvolgimento nei fatti di Ankara.

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