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Chi è Jarrod Ramos e perché ha compiuto una strage nella redazione del Capital Gazette

Il 38enne sei anni fa aveva fatto causa al giornale per diffamazione: l’anno prima era uscito un articolo in cui si faceva il suo nome in relazione ad una condanna per molestie. Da allora Ramos aveva ingaggiato una battaglia legale col Capitol Gazzette, culminata nella strage perpetrata ieri nella sede del quotidiano del Maryland.
A cura di Biagio Chiariello
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Jarrod W. Ramos, l’uomo che secondo le forze dell'ordine ha usato un fucile da caccia per farsi strada nella redazione del Capital Gazette di Annapolis, nello Stato USA del Maryland, uccidendo cinque persone e ferendone altre due, stava portando avanti una disputa col giornale dal 2012, denunciato per diffamazione dopo un articolo che riportava la sua condanna per molestie nei confronti una compagna di scuola. Durante questi sei anni aveva fatto "minacce generali" contro il Capital Gazette, in particolare sui social media, “anche recentemente”, ha detto William Krampf, capo della polizia della Contea di Anne Arundel. Le minacce "indicavano la violenza", ha detto l’agente. Il 38enne si era nascosto sotto una scrivania dopo aver compiuto l’eccidio: la polizia l’ha trovato lì e lo ha arrestato.

Il movente della strage nella redazione del Capital Gazette

Secondo quanto trapelato dai media USA, Ramos fino al 2012 aveva lavorato per il Federal Bureau of Labor Statistics. Ha una laurea in ingegneria informatica. Il New York Times scrive che il 38enne nel 2011 il Capitol Gazette pubblicò un articolo in cui descriveva i dettagli relativi al processo per le presunte molestie nei confronti di una compagno del liceo. "Sembra che fosse convinto che potesse esserci qualche tipo di relazione che però non esiste", si legge in un passaggio del pezzo, che cita i documenti del tribunale. "Ho provato a tirarmi indietro, e lui ha iniziato ad arrabbiarsi e diventare volgare al punto che ho dovuto dirgli di smettere" avrebbe detto la vittima in merito al presunto abuso di Ramos nei suoi confronti. Dopo che la donna gli ha detto di “non contattarla di nuovo”, Ramos le avrebbe scritto una email del 2010 in cui la invitava ad "impiccarsi". Un giudice ha poi condannato l’uomo a 90 giorni di carcere con pena sospesa. Gli è stata poi concessa la libertà vigilata prima del giudizio e ordinato di non contattare la donna e di continuare la terapia.

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