Chi è Chico Forti, dai successi sportivi alla condanna all’ergastolo per omicidio negli Usa
Chico Forti tornerà in Italia dopo più di 20 anni: è questa la notizia che sta correndo nelle ultime ore sui social e i giornali di mezzo mondo. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, definendolo un "risultato estremamente importante che premia un lungo e paziente lavoro politico e diplomatico". Era, infatti il 2000 quando Forti, oggi 61 anni, è stato condannato all'ergastolo per omicidio e costretto a vivere in un carcere a Miami, in Florida. Ma chi è Chico Forti e perché il suo ritorno a casa sta facendo tanto rumore?
Dai successi sportivi alla fortuna con Telemike
Enrico "Chico" Forti, prima di occupare le pagine di cronaca giudiziaria, è stato un famoso velista oltre che produttore televisivo. Nato a Trieste agli inizi degli anni Sessanta, è stato fra i primi al mondo a eseguire il salto mortale all’indietro con la tavola d windsurf, fino a quando un incidente automobilistico nel 1987 pose fine alla carriera sportiva. Fu allora che si reinventò prima giornalista sportivo, poi produttore tv e organizzatore di eventi. Nel 1990 partecipò al programma tv Telemike come esperto di storia del windsurf, nel corso del quale riuscì a vincere una cospicua somma di denaro che gli permise di trasferirsi negli Stati Uniti, dove non solo conobbe quelle che sarebbe diventata la mamma dei suoi figli, Heather Crane, ma dove riuscì a dare una svolta alla sua vita diventando produttore tv.
L'omicidio di Dale Pike
Ma la sua fortuna non durò a lungo. Nel 1998 venne accusato di aver ucciso Dale Pike, figlio dell'imprenditore australiano Tony, con il quale lo stesso Forti era entrato in trattativa per acquistare il Pike Hotel di Ibiza, luogo simbolo della movida dell’isola spagnola. Dale Pike arrivò infatti a Miami per un incontro con l'italiano il 15 febbraio di quell'anno, ma poche ore dopo fu trovato senza vita su una spiaggia. Gli occhi della polizia furono puntati sin da subito su Forti, che prima negò di aver incontrato l'uomo, poi disse di averlo lasciato davanti ad un parcheggio dopo averlo prelevato in aeroporto. L'interrogatorio avvenne senza un avvocato, violazione che nel diritto americano rende in teoria le prove acquisite nulle. Cominciò così un processo che si svolse in un clima pesantissimo: addirittura qualcuno arrivò ad insinuare che la polizia di Miami volesse vendicarsi per un documentario prodotto dallo stesso Chico Forti, intitolato "Il sorriso della Medusa", nel quale veniva messa in dubbio la ricostruzione ufficiale secondo cui Andrew Cunanan, il serial killer che uccise Gianni Versace, si era suicidato.
La condanna all'ergastolo e il ritorno in Italia
Ma nel 2000 arrivò la batosta definitiva. La giuria popolare chiamata a pronunciarsi sul caso lo ritenne colpevole dell’omicidio "oltre ogni ragionevole dubbio" nonostante le irregolarità nell’interrogatorio, i dubbi sul movente, la mancanza di tracce di Dna e impronte sul luogo del crimine. E soprattutto nonostante il superamento della prova della macchina della verità, alla quale l’italiano si sottopose volontariamente. Fu così condannato all'ergastolo e rinchiuso presso il Dade Correctional Institution di Florida City vicino Miami, anche se lui ha sempre continuato a dichiararsi innocente. Nel corso degli anni tante sono state le battaglie, portate avanti da personaggi della politica e dello spettacolo per chiedere la revisione del processo e la sua liberazione. Fino a quando il 23 dicembre 2020 il ministro degli affari esteri in carica Luigi Di Maio ha annunciato che il governatore della Florida ha accolto l’istanza di Forti di avvalersi dei benefici previsti dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo (CEDU), con la possibilità di essere trasferito in Italia dopo oltre vent'anni di detenzione negli Stati Uniti.