Chernobyl, soldati russi sollevano polvere tossica: “Dosi di radiazione 7 volte superiori alla norma”
I soldati russi starebbero sollevando nubi di polvere radioattiva nella zona della centrale nucleare di Chernobyl, conquistata ormai già da qualche settimana. Per giunta non avrebbero indossato alcuna protezione adeguata, mettendo in pericolo la loro stessa vita. A riferirlo sono dei lavoratori dello stesso sito, intervistati da Reuters: "Un atto suicida", lo hanno definito. Secondo la fonte, i soldati dell’esercito di Putin si sono addentrati nella cosiddetta ‘Foresta rossa' (chiamata così perché i suoi pini silvestri divennero di questo colore dopo l'esplosione del reattore numero 4, il 26 aprile del 1986), senza protezioni o schermi contro le radiazioni.
Polvere radioattiva a Chernobyl
La conferma è arrivata da due testimoni, presenti sul posto – quando il 24 febbraio i carri armati russi sono arrivati a Chernobyl, prendendo il controllo della struttura – in qualità di membri del personale responsabile per lo stoccaggio sicuro del combustibile nucleare esaurito e la supervisione dei resti del reattore rivestiti di cemento. "I soldati russi stanno andando in giro su veicoli blindati nella "foresta rossa", altamente tossica, che circonda il sito della centrale nucleare di Chernobyl senza protezione dalle radiazioni, sollevando nuvole di polvere radioattiva", hanno fatto sapere.
Dosi di radiazione 7 volte superiori alla norma
Stando a quanto affermano i due lavoratori, i sensori disseminati nell’area hanno registrato livelli di radiazioni oltre le soglie di sicurezza dopo il passaggio dei soldati russi. Il 27 febbraio, l’agenzia ucraina che gestisce la zona di esclusione ha dichiarato che l’ultimo dato relativo agli impianti di stoccaggio delle scorie nucleari, rilevato prima di perdere il controllo del sistema di monitoraggio, indicava dosi di radiazioni di 7 volte superiore alla norma. Entrambi i dipendenti hanno preferito mantenere l’anonimato, e Reuters non ha potuto verificare in maniera indipendente il loro racconto. Il ministero della Difesa russo non ha voluto commentare l'accaduto