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Opinioni

Che ne sarà delle donne di Hollande?

Non è mai stata molto simpatica all’opinione pubblica, che subito ha accettato l’immagine di duellante di Segolène. Ora si appassiona per Julie, mentre striscia e passa pericolosa la caricatura della donna come arrampicatrice sociale.
A cura di Sabina Ambrogi
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Valérie Trierweiler è l'attuale compagna di François Hollande, ma non è sua moglie. La giornalista di Paris Match è succeduta alla moglie di Hollande, Ségolène Royal, e madre dei suoi figli. Ora, a seguito delle notizie circolate circa la relazione del marito con l'attrice Julie Gayet, Valérie è stata ricoverata in ospedale, e ancora non ne è uscita. Nel frattempo un tweet di una giornalista della tv M6 ha gonfiato il gossip che vorrebbe l'attrice francese incinta del presidente. Di sicuro c'è che l'umiliazione della compagna di Hollande di fronte alla Francia intera è la causa del malore. E che non sarà facile poi doversi esporre nuovamente al suo ruolo. Ma qual è il suo ruolo?

Senza sangue blu, né appartenente a nessuna casta, giornalista politica presso il popolare settimanale francese, Valérie Trierweiler non sta gran che simpatica ai suoi compatrioti, soprattutto alle elettrici e agli elettori del presidente. Alcuni dicono che le sue origini troppo qualunque la rendono particolarmente inadatta al suo ruolo. Dopo la folgorante consacrazione mediatica, con quel bacio al marito appena vincitore, in diretta planetaria, maldestro fu l' esordio con il tweet in cui Valérie appoggiava il candidato Olivier Falorni, socialista, nemico politico di Segolène Royale durante la corsa alle elezioni per la presidenza nella regione del Poitou–Charantes. Niente da eccepire, era libera di farlo. Solo che andare contro Segolène, prima moglie di Hollande e madre dei suoi figli, per la stampa fu una notizia succulenta: immediatamente le due signore erano una “contro l'altra”. Molti parlarono di “sindrome di Rebecca”, cioè di gelosia più o meno manifesta nei confronti della prima moglie di François. Si disse che Valérie si comportava con i tweet con una certa leggerezza, e che non era troppo consono alla posizione che ricopriva.

A prescindere dal fatto che fosse solo “la compagna” del presidente, dando una sterzata allo status delle precedenti première dame “per forza mogli”, Valerie ha sempre seguito il marito. E però questa volta non sarà con lui per la visita al Vaticano prevista il 24 gennaio. Si deve rimandare alla visita ufficiale prevista dagli Obama, per capire la nuova posizione che prenderà Hollande e perché, come ha promesso, risponda alla domande dei giornalisti. Per ora lei, ha fatto sapere dall'ospedale dove ancora è ricoverata che è disposta a perdonare il marito. E siccome in genere queste esternazioni in momenti così delicati sono frutto di intese private e di ragionamenti di opportunità, è possibilissimo che l'intero story telling presidenziale che ha subito una deviazione notevole dopo la pubblicazione delle foto di Closer, si ricomporrà con una storia “normale”: un tradimento, una scivolata. Succede.

Di certo ad oggi c'è una questione di comunicazione che si impone all'Eliseo. Si deve ufficializzare la sua situazione o la sua fuoriuscita. E di certo non la si può lasciare in una posizione pubblica così precaria. Il capogruppo socialista al senato François Rebsamen ha perfino lanciato, con notevole sdegno di alcuni, che deve sparire la nozione di "première dame". Una pratica stravecchia che deve essere bandita. E che questo episodio doveva far ripensare al ruolo “c'è una riflessione che deve essere fatta, proprio sul ruolo della persona con la quale si vive. Chissene importa se il presidente è single, in coppia, con un uomo o con una donna. Sono cose che non devono interferire”.

La prima domanda della conferenza stampa, in verità appuntamento semestrale sull'andamento economico del paese, è stata appunto se Valerie fosse ancora la Première Dame. Al di là del sessismo che contiene il sottotesto della domanda (sarebbe dunque la scelta sessuale del presidente che consacra il ruolo, e non per esempio anni di convivenza assieme, o magari un amore) come è noto, Hollande ha risposto che sono questioni private, che risponderà, ma più in là. Tuttavia ha dato un accenno significativo sulla questione dello status di Première Dame, dicendo che di fatto non esiste, né è normato, e che è frutto di consuetudini di ogni inquilino dell'Eliseo e che ciò che conta è la grande trasparenza di spese, di privilegi, staff ed emolumenti previsti dal budget presidenziale. Che siano, possibilmente i più contenuti possibile.

L'ex marito di Julie, è poi corso in tv a parlare benissimo della sua ex moglie, grande attrice, e brava madre, che era stata poco prima nominata nel jury dei borsisti per Villa Medici. Ruolo, di puro prestigio, che però la ministra Filippetti ha revocato, dopo il fracasso sollevato dai media. Ma che donne sono queste se non delle tristi caricature stereotipate del potere “normale”? Dai media e dalla narrazione collettiva emerge dunque, Valérie, ladra di mariti, che ha avuto la meritata lezione a sua volta. Cosa si credeva del resto? E poi un'isterica che non sa tenersi una frase o un pensiero. Gelosa, sempre in guerra con l'altra Ségolène. E figurarsi che donnetta e che vittimismo: si è sentita male. Julie, ovviamente, si è innamorata di Hollande, ma perché è un uomo di potere.

Ah, il potere che vogliono sempre le donne. E chissà che vantaggi. E infine l'Ex, come titolava tempo fa un rotocalco, Ségolène quella che non è mai riuscita a entrare all'Eliseo e che è ritornata nella sua dimensione borghese. E lei i media, l'hanno sempre inseguita per vederla in guerra feroce sul ring con Valerie. Gli stessi che ieri l'hanno vista vendicata, dalla cocotte più giovane che si è fatta avanti. Che è la triste morale della storia: lui, mentre vi strappate i capelli l'un l'altra ne sceglierà comunque una più giovane.

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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