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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Che cos’è l’operazione “Muro di Ferro” lanciata da Netanyahu in Cisgiordania dopo la tregua a Gaza

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha lanciato una nuova operazione militare in Cisgiordania, la cosiddetta “Muro di Ferro”. L’attacco è stato sferrato a Jenin, dove secondo il governo israeliano sono nascosti esplosivi e armi provenienti dall’Iran.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Jenin
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Dopo la tregua a Gaza, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato una nuova operazione militare in Cisgiordania. L'operazione si chiama "Muro di Ferro" e secondo il governo israeliano sarà "vasta e significativa". La prima città nel mirino israeliano è Jenin: per Netanyahu, infatti, sarebbero qui nascosti esplosivi e armi provenienti dall'Iran.

Non è un caso che l'offensiva abbia avuto come primo oggetto proprio Jenin: la città è stata il simbolo della resistenza palestinese e l'operazione stessa ha un nome che richiama al manifesto ideologico di un leader sionista. "Muro di Ferro", infatti, si rifà alle teorie di Zeev Jabotinsky che nel 1923 scrisse di una colonizzazione israeliana in Palestina attraverso un "muro di ferro che la popolazione nativa non avrebbe potuto violare".

"Agiremo in modo deciso contro l'asse iraniano – ha affermato Netanyahu – ovunque esso estenda le mani. A Gaza, in Libano, in Siria, in Yemen o in Cisgiordania. E non finisce qui".

Il principe Faisal bin Farhan Al-Saud, ministro degli Esteri saudita, ha ricordato che "bisognerebbe evitare una guerra tra Israele e Iran". L'offensiva "Muro di ferro" è partita con una serie di attacchi contro le strutture di Jenin. Secondo fonti militari, si tratterebbe di "edifici utilizzati dai gruppi terroristici".

I media palestinesi hanno descritto diversi attacchi aerei con almeno 9 morti e 35 feriti. Lunedì, praticamente subito dopo l'entrata i vigore della tregua a Gaza, il capo di stato maggiore dell'Idf Herzi Halevi aveva fatto sapere che l'esercito stava preparando "operazioni significative in Cisgiordania.

Nella notte tra lunedì e martedì, decine di coloni israeliani hanno assaltato i villaggi palestinesi di Jinsafut e Fundung, in Cisgiordania, cercando perfino di entrare nelle abitazioni così come mostrano le immagini trasmesse dalla Tv israeliana Kan.

La violenza perpetrata dai gruppi di coloni israeliani è sempre più feroce, tanto da aver portato parte della popolazione ad accusare le autorità israeliane di aver chiuso un occhio sui comportamenti assunti nei confronti dei palestinesi. La responsabilità viene attribuita al ministro dimissionario Itamar Ben Gvir, sostenitore dei coloni israeliani dei quali lui stesso fa parte.

Nel frattempo, Hamas ha confermato che altre 4 donne israeliane delle 7 ancora a Gaza saranno liberate sabato per tornare in Israele nell'ambito degli accordi di cessate il fuoco.

Della lista fanno parte due civili di 29 e 34 anni e cinque soldatesse 20enni. Per le soldatesse, Israele rilascerà 50 prigionieri palestinesi, 30 dei quali condannati all'ergastolo.

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