Che cos’è l’Adu Bagong, la crudele lotta tra cani e cinghiali nell’isola di Giava
Un’arena costruita con canne di bambù, attorno centinaia di spettatori esaltati. Sta per iniziare un crudele spettacolo: cani contro cinghiali. Accade nell’isola di Giava, in Indonesia. Un fischio dà inizio al combattimento. Le urla del pubblico si alzano quando si solleva una grata e fa il suo ingresso il cinghiale, che comincia ad aggirarsi spaesato ed impaurito tra il terreno fangoso. Subito dopo viene liberato il cane che, correndo, cerca di azzannare subito l’altro animale che lo aspetta in una pozza d’acqua.
La lotta si chiama Adu Bagong ed è molto popolare tra gli abitanti dei villaggi dell’isola indonesiana. Lo scontro tra le due bestie termina solo quando una delle due rimane gravemente ferita. Solo a quel punto intervengono alcuni addetti a separare gli animali. Se la sua salute è gravemente compromessa, il cinghiale viene macellato e venduto ai consumatori non musulmani perché considerato impuro, altrimenti curato e riutilizzato per il prossimo duello. Anche i cani “sconfitti” vengono guariti e impiegati di nuovo. All'interno della gabbie ci sono altri cani che aspettano il loro turno, mentre i proprietari li alimentano e li preparano alla lotta. Ogni fine settimana, dentro un recinto di 15 metri, devono dimostrare la loro abilità nel combattimento. Sono classificati in tre categorie a seconda della razza, del peso e della “traiettoria” seguita per azzannare l’animale selvatico.
I partecipanti difendono questo tipo di pratica: la caccia al cinghiale – sostengono – è insita nella cultura delle comunità locali. “Una volta era molto semplice, non come adesso che i cani vengono addestrati”, ha affermato a Reuters, Nur Hadi, a capo di Hiparu, un gruppo di appassionati di cani da caccia che partecipa alle lotte. L'Adu Bagong è nato negli anni '60 del secolo scorso, come metodo per addestrare i cani a difendere le fattorie dai cinghiali, ma con il tempo ha iniziato ad essere considerato uno sport di intrattenimento. Ma non si tratta solo di un’atroce esibizione. Per partecipare alle gare i proprietari dei cani pagano tra le 200.000 e i due milioni di rupie indonesiane (tra i 14 e 140 dollari). Sì, perché dietro l’Abu Bagong c’è un preciso giro di scommesse, sulla pelle degli animali. Il vincitore riceve un trofeo e, soprattutto, un premio di circa 2000 dollari (1.700 euro).
Da anni i difensori degli animali criticano aspramente le lotte tra cani e cinghiali. Marison Guciano, un avvocato indonesiano responsabile di Scorpion Wildlife Trade Monitoring Group, lo definisce un “crimine” e un intrattenimento crudele.
Di parere diverso è invece Nur Hadi, che ritiene che la tradizione non debba essere abolita nonostante le critiche degli animalisti. Un altro allevatore indonesiano, Agus Badud, sostiene che questi combattimenti aggiungono “valore aggiunto” ai suoi cani. “Partecipo a queste gare per aumentare il prezzo dei miei animali”, ha affermato l’uomo. “Come allevatore sarebbe assurdo se non partecipassi”, ha aggiunto Badud. L'organizzazione di Guciano, impegnata nella difesa della fauna selvatica indonesiana, ha lanciato una campagna su change.org per porre fine a questo tipo di combattimenti. “Il governo e le Ong dovrebbero fermare queste orribile ʽsport’. E' un crimine contro gli animali”, la denuncia di Guciano.