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Cesare Battisti: primo giorno da uomo libero per l’ex terrorista

Dopo esser stato scarcerato dalla Corte Suprema brasiliana, Cesare Battisti vive il suo primo giorno da uomo libero. Intanto alcuni senatori brasiliani dichiarano di voler proporre una modifica alla Costituzione per quanto riguarda le norme sull’estradizione.
A cura di Alfonso Biondi
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Cesare Battisti si gode il suo primo giorno di libertà. E' asserragliato in un albergo di Brasilia insieme alla sua fidanzata, lontano dal carcere di Papuda e lontano dall'Italia, il paese in cui è stato condannato all'ergastolo per quattro omicidi commessi durante gli anni di piombo. Intanto i suoi avvocati sono al lavoro per mettere a posto alcune questioni burocratiche. A Battisti serve un permesso di soggiorno, poi potrà tranquillamente godersi "la sua nuova patria". Ha intenzione di lavorare come scrittore; in Brasile ha poi molti amici che potrebbero aiutarlo. Per l'ex terrorista la vita ricomincia.

Ieri la Corte Suprema brasiliana aveva deciso di scarcerare “incondizionatamente” l’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac), con 6 voti favorevoli e 3 contrari. La Corte ha ritenuto infondata la richiesta di estradizione avanzata dall'Italia che aveva messo in discussione la decisione dell’ex presidente brasiliano Lula di concedere l’asilo politico al brigatista.

Una decisione che, nelle ultime ore, è stata contestata anche da alcuni esponenti del parlamento brasiliano. Nello specifico i senatori Pedro Tarques e Demostenes Torres hanno dichiarato di voler proporre una modifica alla Costituzione in modo da rielaborare le norme sull'estradizione, concedendo al Senato l'ultima parola. Tarques ha anche sottolineato che se Osama Bin Laden fosse ancora vivo e si trovasse in Brasile non sarebbe disturbato da nessuno.

In Italia, invece, resta un mix di rabbia e delusione. La decisione della Suprema Corte aveva causato dure reazioni da parte dei nostri vertici istituzionali. In prima linea, come al solito, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva detto di “deplorare la decisione dei Brasile”,  assicurando l'appoggio  a " tutti i passi internazionali dell’Italia” per correggerla. Il riferimento, ovviamente, è al Tribunale dell'Aia, al quale anche il Ministro degli Esteri Frattini ha dichiarato di voler ricorrere. Napolitano s'era attivato molte volte sulla questione, scrivendo anche una lettera privata al al presidente del Brasile Dilma Rousseff (successore di Lula), nella quale ribadì la necessità dell'estradizione di Battisti. Una preghiera vana.

AGGIORNAMENTO- Il Ministro degli esteri Frattini ha deciso di richiamare momentaneamente l'ambasciatore italiano a Brasilia Gherardo La Francesca. La decisione, come si legge in una nota della Farnesina, è stata presa "per approfondire, insieme alle altre istanze competenti, gli aspetti tecnico-giuridici relativi all'applicazione degli accordi bilaterali esistenti, in vista delle iniziative e dei ricorsi da esperire in merito nelle sedi giurisdizionali internazionali".

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