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“Centinaia di bimbe avvelenate a scuola per far chiudere gli istituti femminili”, l’orrore in Iran

Dopo mesi di sospetti, casi di avvelenamenti e intossicazioni inspiegabili che hanno spinto le famiglie delle piccole studentesse a protestare in strada, un alto funzionario governativo di Teheran ha rivelato che “alcune persone volevano che tutte le scuole, in particolare le scuole femminili, fossero chiuse”.
A cura di Antonio Palma
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Centinaia di bimbe e ragazzine iraniane sarebbero state avvelenate intenzionalmente in varie scuole del Paese per far chiudere gli istituti femminili e impedire loro l'istruzione. È quanto ha ammesso nelle scorse ore un alto funzionario governativo di Teheran dopo mesi di sospetti, casi di avvelenamenti e intossicazioni inspiegabili che hanno spinto le famiglie delle piccole studentesse persino a protestare in strada. In particolare sarebbero state prese di mira le scuole nella città santa di Qom, a sud di Teheran, con l'obiettivo di interrompere l'istruzione per le ragazzine.

"Dopo l'avvelenamento di diversi studenti nelle scuole di Qom, si è scoperto che alcune persone volevano che tutte le scuole, in particolare le scuole femminili, fossero chiuse", ha dichiarato oggi all'agenzia di stampa statale IRNA il viceministro della salute, Younes Panahi, confermando implicitamente che gli avvelenamenti erano stati deliberati. Il funzionario, interpellato sul caso, non ha specificato oltre e al momento non risultano arresti legati agli avvelenamenti.

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Il caso va avanti almeno dal novembre scorso quando a Qom, una delle principali città sante iraniane, sono stati segnalati i primi casi di avvelenamento tra le piccole studentesse. Secondo i media locali, da allora sono stati segnalati oltre 350 casi di malesseri tra le giovanissime studentesse iraniane tra cui nausea, mal di testa, tosse, difficoltà respiratorie e palpitazioni cardiache. Altri casi sono stati segnalati anche in altre città, compresa la capitale Teheran.

Numeri impressionanti che hanno spinto le famiglie delle studentesse a inscenare una protesta di piazza davanti all'ufficio del governatore a Qom, il 14 febbraio scorso, per chiedere di fare luce sulla vicenda e garantire la sicurezza delle loro figlie. Il governo aveva minimizzato parlando di psicosi ma aveva spiegato che sarebbero state avviate indagini con una squadra speciale incaricata di indagare sulla questione.

I casi però sono proseguiti e solo in questa ultima settimana quindici piccole studentesse sono state ricoverate in ospedale con sintomi di avvelenamento mentre erano in tre diverse scuole di Qom. Il procuratore generale nei giorni scorsi ha ordinato un'indagine giudiziaria sugli incidenti. Ora il viceministro della salute ha confermato che gli avvelenamenti delle bimbe erano stati deliberati.

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