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Cei: “Apriamo le ‘case per ferie’ cattoliche ai profughi”

L’ha annunciato Mario Lusek, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza episcopale italiana.
A cura di Davide Falcioni
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Le "case per ferie" cattoliche verranno messe a disposizione dei profughi. A renderlo noto è stato monsignor Mario Lusek, direttore dell'Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza episcopale italiana. Le strutture religiose, "pur consapevoli delle difficoltà operative ancora da superare, garantiscono la loro disponibilità e il loro entusiasmo", ha affermato il prelato  a Radio Vaticana aggiungendo che "è un'occasione per far emergere anche a livello culturale e di immagine il carisma originario delle ‘case per ferie', nello spirito della ‘Carta dell'accoglienza' da noi redatta recentemente: strutture nate da gesti di familiarità, che vogliono essere la casa dei deboli".

L'iniziativa della Cei giunge come risposta all'appello all'accoglienza dei migranti lanciato da Papa Francesco e s'inserisce nel contesto "Ospitalità misericordiosa", lanciato dal sito www.ospitalitareligiosa.it in occasione del prossimo Anno Santo straordinario. "L'idea  è quella di mettere a disposizione gratuitamente, durante l'Anno Santo, una camera per ogni struttura – che sia un convento, un monastero o una struttura alberghiera per il turismo religioso gestita da laici – per persone o famiglie che altrimenti non ne avrebbero la possibilità, dal punto di vista economico". Spetterà alle parrocchie verificare che gli ospiti abbiano effettivamente la necessità di soggiornare.

Curiosamente l'annuncio della Conferenza Episcopale italiana arriva in contemporanea con le dichiarazioni di Papa Francesco, che nel corso di un'intervista radiofonica era sembrato intenzionato ad "aprire" sulla possibilità che anche le strutture religioni paghino le tasse sugli immobili: "Pure le congregazioni religiose devono fare attenzione alla tentazione del dio denaro. Se si guadagna nell'accoglienza bisogna pagare le tasse. Alcune congregazioni – ha detto il Pontefice – dicono: ‘no, ora che è il convento è vuoto faremo un hotel, un albergo: possiamo ricever gente e con ciò ci manteniamo e guadagniamo denaro'. Bene, se desideri questo paga le imposte. Un collegio religioso è esente dalle imposte ma se lavora come un hotel è giusto che paghi le imposte".

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