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Cecil, il dentista cacciatore torna al lavoro: “Ho agito legalmente”

Walter Palmer annuncia il suo ritorno al lavoro dopo la chiusura forzata dello studio a causa delle proteste.
A cura di Antonio Palma
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Dopo la chiusura forzata del suo studio medico nel Minnesota a causa delle proteste delle persone indignate per il suo gesto, torna al lavoro il dentista statunitense che uccise il leone Cecil, un animale vero e proprio simbolo dello Zimbabwe. A rivelarlo è stato lui stesso nel corso di un'intervista all’agenzia Ap e al Minneapolis Star Tribune. Nel colloquio con i giornalisti Walter Palmer ha spiegato che tornerà a curare i suoi pazienti a partire da domani dopo un’assenza di oltre un mese dovuta non solo ai guai giudiziari e alle relative polemiche, ma anche al rischio che avrebbe corso presentandosi davanti all'edificio diventando nel frattempo un vero e proprio memoriale in onore del felino ucciso. L'uomo non sembra affatto pentito del gesto e anzi ribadisce la sua innocenza assicurando di non aver mai saputo che quell'animale era sotto protezione oltre che un simbolo per il Paese africano.

"Lo Zimbabwe è sempre stato per me un Paese meraviglioso in cui andare a caccia ed io ho sempre rispettato le leggi" ha dichiarato infatti il dentista, sottolineando: " Se avessi saputo che questo leone aveva un nome ed era importante per il Paese o uno studio, naturalmente non l’avrei ucciso". "Nessuno nel nostro gruppo di caccia sapeva, prima o dopo, il nome di questo leone" ha ribadito ancora Palmer assicurando che Cecil è stato colpito esclusivamente con arco e frecce e non con un fucile. Secondo il cacciatore l'animale, che era molto conosciuto nel Parco Nazionale Hwange ed aveva un collare con un gps poiché faceva parte di uno studio dell’Università di Oxford, dopo essere stato raggiunto da una prima freccia ha vagato ferito per 40 ore nel parco prima di essere trovato il giorno dopo e ucciso con un altro colpo di freccia. Sulla dentista pende ancora la richiesta di estradizione avanzata dal governo dello Zimbabwe, ma il governo statunitense non ha ancora preso una decisione in merito.

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