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Catturato in Iraq Saddam al-Jama, comandante dell’Isis che bruciò vivo un prigioniero in gabbia

Il cmandante dello Stato Islamico è stato arrestato in Iraq la scorsa settimana: nel 2015 arse vivo un pilota giordano catturato e chiuso in una gabbia.
A cura di Davide Falcioni
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Il suo nome è Saddam al-Jama, è stato a lungo uno dei comandanti dello Stato Islamico in Iraq e figura tra i responsabili della brutale esecuzione di un pilota giordano, bruciato a morte in una gabbia nel 2015. Al Jama è uno dei quattro alti dirigenti dell'ISIS catturati la scorsa settimana in Iraq. Lo riferisce oggi il Daily Mail online. L'uomo sarebbe uno dei più alti comandanti dell'organizzazione terroristica e si sarebbe guadagnato una reputazione di crudeltà anche per il fatto che avrebbe personalmente decapitato non pochi prigionieri finiti in questi anni nelle mani del califfato.

Secondo i servizi di sicurezza giordani Saddam al-Jama avrebbe organizzato la terribile uccisione di Muath al-Kasasbeh nel 2015, pilota della Royal Jordanian Air Force, abbattuto a Raqqa, in Siria, nel dicembre 2014. Poche settimane dopo, lo Stato Islamico pubblicò sul web il video che mostrava il 26enne bruciato vivo in una gabbia: immagini che fecero il giro del mondo e mostrarono ancora una voltà la crudeltà del califfato. Al-Jamal è stato accusato di una serie di atrocità, inclusa la partecipazione a un massacro nella provincia siriana di Deir Ezzor nel 2014 in cui morirono 700 membri di una tribù insorta contro l'ISIS.

Prima di radicalizzarsi e diventare uno dei comandanti dello Stato Islamico Al-Jamal era stato uno dei leader dell'esercito siriano libero, poi capo di un gruppo islamico moderato chiamato Ahfab al-Rasoul, alleato degli Stati Uniti nel tentativo di destituire il presidente siriano Bashar al Assad. Il comandante è stato arrestato la scorsa settimana dopo essere caduto in una trappola tesa dalle autorità irachene: l'uomo, infatti, è stato invitato a raggiungere l'Iraq da una serie di chat su Telegram. A scrivere i messaggi tuttavia non erano i suoi diretti superiori ma alti ufficiali della polizia di Baghdad, che sono quindi riusciti a catturarlo senza problemi insieme ad altri tre miliziani del Califfato.

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