Catalogna, oggi sciopero generale contro la repressione. Anche il Barcellona aderisce
A due giorni dal referendum per l'indipendenza e dalla massiccia repressione messa in campo dalla polizia la Catalogna non dismette l'impegno né tira i remi in barca, ma rilancia: nella regione è stato proclamato per oggi lo sciopero generale di tutti i settori produttivi. I sindacati chiedono maggiori diritti per i lavoratori della regione e, dopo le violenze nel giorno del voto, manifestano "contro la repressione e per la libertà". A proclamare la mobilitazione il 27 settembre scorso sono state quattro sigle sindacali catalane: Iac, Intersindical Csc, Cos e Cgt. Ora, all'indomani del referendum, possono contare sul sostegno sicuro da parte di milioni di cittadini che chiedono a gran voce l'indipendenza dalla Spagna, molti dei quali potrebbero essere intenzionati a incrociare oggi le braccia. Lo sciopero arriva inoltre allo scadere delle 48 ore disponibili alla Generalitat catalana per proclamare la cosiddetta ‘Ley de Desconexion', la legge che permetterebbe alla Catalogna di invocare unilateralmente una dichiarazione di indipendenza per avviare il processo di separazione e che il governo di Madrid non vuole riconoscere. Nel frattempo tuttavia il Parlamento spagnolo ha deciso di non dibattere della crisi in Catalogna prima del 10 ottobre: la Camera non ha infatti in programma una seduta plenaria in settimana e il presidente Mariano Rajoy potrebbe dunque intervenire a quella della prossima, il 10 o l'11 ottobre.
Anche il Barcellona sciopera: niente allenamento oggi per i calciatori
Anche il club sportivo del Barcellona ha confermato nella giornata di ieri la sua posizione favorevole all'indipendenza e, tramite un comunicato stampa, ha fatto sapere che oggi solidarizzerà con i lavoratori in sciopero aderendo alla mobilitazione: "Nessuna delle nostre squadre professionistiche, né giovanili, si allenerà domani mattina della Ciudad Deportiva" Joan Gamper, si legge in una nota diffusa ieri. "Da parte nostra ci saranno altre azioni per continuare a difendere la libertà della gente", ha aggiunto il presidente del club, Josep Bartomeu, criticando la dura repressione da parte della polizia.
Gentiloni: "Serve dialogo, nel rispetto delle leggi"
Sul voto in Catalogna si è espresso nella serata di ieri anche il Presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, che ha condannato la repressione da parte della polizia spagnola chiedendo che la crisi venga risolta ricorrendo al dialogo. Il primo ministro ha ribadito che occorre "una chance per il dialogo" affinché si eviti il ricorso alla violenza, "nel rispetto totale delle leggi, dello stato di diritto e della costituzione unitaria spagnola".