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Caso Wesolowski: l’arcivescovo custodiva oltre 100mila foto di minori nel computer

Monsignor Jozef Wesolowski custodiva foto e video di bambini intenti ad avere rapporti sessuali: ora gli inquirenti sono sulle tracce dei suoi complici.
A cura di Davide Falcioni
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Centomila file con filmati e fotografie di minori, un vero e proprio archivio segreto degli orrori custodito in un computer della Nunziatura di Santo Domingo da Monsignor Jozef Wesolowski, il vescovo arrestato tre giorni fa dalla gendarmeria vaticana per pedofilia, su indicazione diretta di Papa Francesco. Il religioso – secondo il Corriere – conservava molti di quei file anche sul suo pc portatile: stando a quanto rivelato dagli inquirenti le immagini mostrerebbero minori tra i 13 e i 17 anni intenti ad avere rapporti sessuali tra di loro o con degli adulti. L'obiettivo dell'indagine, ora, è quello di fare luce sulla rete di complici del nunzio: chi sapeva ed ha taciuto? Chi ha coperto e tollerato le morbose passioni del religioso? E chi gli procurava i bambini da umiliare davanti a un obiettivo? Il capo di imputazione verso Wesolowski non lascia spazio a interpretazioni e parla di "reato commesso in concorso con persone ancora ignote": gli inquirenti, tuttavia, sono da giorni sulle loro tracce e il sospetto in Vaticano è che la rete di collaboratori e complici possa varcare i confini nazionali, allargarsi e riservare non poche sorprese. In questo senso gran parte del lavoro consisterà nell'analisi delle e mail inviate e ricevute dal religioso: messaggi nei quali – tra l'altro – si scambiavano foto e video pedopornografici. Inoltre gli investigatori ritengono che Francisco Javier Occi Reyes, sacerdote arrestato nel 2013 che per primo ha denunciato – in una lettera – Jozef Wesolowski, sia solo uno degli anelli della catena.

Nel computer dell'arcivescovo oltre 100mila file

Che la rete potrebbe essere molto vasta lo dimostra la perizia informatica che ricostruisce l'attività dell'arcivescovo. Si parla testualmente di "particolare abilità dell’imputato a utilizzare strumentazione elettronica che può essere reperita per connessioni illecite. Comportamento che l’imputato ha mostrato di perseguire con modalità fortemente compulsive". E ancora: sono stati scovati "oltre 100 mila file a sfondo sessuale, ai quali si aggiungono più di 45 mila immagini cancellate". Gli inquirenti hanno trovato un autentico archivio in un computer di proprietà della Santa Sede: quattro volumi, 86mila fotografie e 130 video. I file mostrano sia bambine che bambini (soprattutto questi ultimi) impegnati in rapporti sessuali o autoerotismo.

Il nunzio: "Posso chiarire la mia posizione"

Ma quanti sono i minori adescati dal nunzio? Secondo gli inquirenti decine, anche se nel fascicolo processuale vengono citati solo tre ragazzini e le loro madri, ovvero coloro che hanno deciso di uscire allo scoperto e denunciare le violenze subite. L'arcivescovo è accusato, tra l'altro, di "aver agito, essendo alto esponente delle gerarchie ecclesiastiche, con grave violazione dei suoi doveri istituzionali tanto da aver cagionato un danno all’immagine dello Stato e della Santa Sede". Dal canto suo Wesolowski ha fin da subito dichiarato: "Posso chiarire la mia posizione, spiegare l'errore". Potrà certamente farlo quando, tra qualche giorno, verrà messo sotto torchio. Le prove contro di lui – gli è stato spiegato – sono schiaccianti.

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