Caso Trayvon Martin, Obama: “Quel giovane potevo essere io”
"Trayvon Martin potrei essere stato io", così il presidente americano Barack Obama è ritornato sul caso dell'adolescente afroamericano ucciso dal vigilante George Zimmerman solo perché aveva il cappuccio della felpa calato sulla testa e sembrava un sospetto. Intervenendo al briefing giornaliero della Casa Bianca, Obama ha ribadito la sua vicinanza alla famiglia e alla comunità del giovane 19enne dopo che la sentenza di assoluzione nei confronti del vigilante proclamata dalla giuria del tribunale della Florida ha scatenato l'indignazione del Paese e dure proteste in molte città americane con migliaia di persone in strada e anche scontri con la polizia. Lo stesso presidente Usa all'indomani del verdetto aveva parlato della morte di Trayvon Martin come di "una tragedia per l'America", ma anche invitato alla calma e alla riflessione i cittadini.
Modificare le leggi – Obama pur rispettando la decisione della giuria però non ha mancato di sottolineare come il sistema della giustizia americana possa essere modificato così come le leggi sulle armi. "So che questa vicenda ha suscitato sentimenti intensi, ma noi siamo uno Stato di diritto e si è espressa una giuria” aveva detto il presidente americano che però venerdì ha spiegato "il nostro sistema funziona così. Ma questo non vuol dire che non possiamo fare qualcosa". Obama affermando di essere pronto a rivedere alcune leggi come quelle sull'autodifesa, ha espresso ottimismo sul futuro affermando: "I giovani afroamericani devono sapere e sentire che il loro Paese si occupa di loro, che le cose andranno meglio, perché ogni generazione che si succede cambia atteggiamento".