Caso Skripal: Mosca reagisce cacciando 150 diplomatici occidentali, 60 sono americani
Non si è fatta attendere la risposta di Mosca alle ritorsioni occidentali per il caso Skripal. La Russia ha deciso di cacciare almeno 150 diplomatici americani e degli altri Paesi occidentali. Secondo quanto annunciato dal ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, si seguirà il metodo “speculare”. Saranno cacciati, per ogni Paese, tanti diplomatici quanti sono stati quelli russi espulsi per il caso dell’ex spia avvelenata nel Regno Unito. Decine di Paesi occidentali hanno annunciato lunedì in maniera coordinata una raffica di espulsioni di diplomatici russi. La prima a muoversi, la scorsa settimana, era stata la Gran Bretagna. “In questi minuti l'ambasciatore Usa John Huntsman è stato invitato al nostro ministero, dove il mio vice Sergei Riabkov gli sta esponendo il contenuto delle misure di risposta nei riguardi degli Usa. Esse includono l'espulsione dei diplomatici e la decisione di revocare l'assenso per il funzionamento del consolato generale Usa di S. Pietroburgo”, ha detto Lavrov. La Russia ha appunto anche deciso di chiudere il consolato Usa a San Pietroburgo in risposta alla misura americana di chiudere il consolato russo a Seattle.
Mosca, secondo il diplomatico, sta reagendo alle “azioni assolutamente inaccettabili che vengono prese nei suoi confronti, sotto la pesante pressione degli Stati Uniti e del Regno Unito, con il pretesto del cosiddetto caso Skripal”. Fin dall’inizio il Cremlino ha negato di essere responsabile dell'avvelenamento dell’ex spia russa e di sua figlia. Sergei Lavrov ha aggiunto che la Russia vuole non solo reagire alle misure degli Stati Uniti e della Gran Bretagna ma vuole anche stabilire la verità nel caso degli Skripal. Nel frattempo, sono migliorate le condizioni di salute Yulia, la figlia dell'ex spia Serghei Skripal: secondo i medici la donna risponde bene alle cure, ma continua a ricevere assistenza clinica 24 ore su 24. Quanto al padre Serghei, le condizioni restano critiche ma stabili.