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Caso Regeni, Al Sisi: “Non l’hanno ucciso i servizi ma gente malvagia”

Il ministro degli Esteri, dopo il muro opposto dalla procura egiziana nei giorni scorsi, ha evocato la possibilità di aggirare l’ostacolo costituzionale per la trasmissione dei tabulati telefonici chiesti da Roma, ma ha avvertito che le inchieste potrebbero durare ancora mesi.
A cura di Susanna Picone
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UPDATE ORE 13 – Al Sisi: “Noi egiziani abbiamo creato un problema con l’omicidio di Regeni”. “Noi egiziani abbiano creato un problema con l'omicidio del giovane italiano Giulio Regeni”: è quanto avrebbe dichiarato, intervenendo nuovamente sul caso che divide Italia ed Egitto, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, citato dal Daily News Egypt, durante un incontro con esponenti politici e ong in Parlamento al Cairo. Il “problema” sarebbe stata la pubblicazione da parte di media egiziani di “menzogne”. Il presidente Al Sisi avrebbe ribadito inoltre le sue condoglianze alla famiglia di Giulio negando nuovamente che dietro all’assassinio ci siano i servizi di sicurezza egiziani. Regeni, secondo Al Sisi, sarebbe stato ucciso da “gente malvagia”.

Mentre l’Italia si appresta a intraprendere nuove iniziative di pressione nei confronti dell'Egitto per far luce sul caso dell’omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni, dal Cairo arriva un timido segnale di distensione. Dopo il muro opposto dalla procura generale egiziana nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri Sameh Shoukry ha evocato la possibilità di aggirare l'ostacolo costituzionale che si frappone alla trasmissione all'Italia di tabulati e traffico telefonico chiesti dalla procura di Roma per le indagini sul caso Regeni. In dichiarazioni fatte in una conferenza stampa dopo una riunione ministeriale Egitto-Burundi, il ministro egiziano però ha detto che le l'inchieste potrebbero durare ancora mesi. L'Egitto “non ha chiuso” il caso della morte di Regeni e la collaborazione con l'Italia “continuerà”, ha spiegato Shoukry. Intanto ieri il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha incontrato alla Farnesina l'ambasciatore italiano al Cairo Maurizio Massari, richiamato in Italia per consultazioni con il governo. Nel corso dell'incontro è stata fatta una prima valutazione sulle eventuali misure successive da prendere.

Italia incassa il sostegno della Gran Bretagna – Sul caso Regeni anche il Foreign Office britannico ha chiesto verità e giustizia. Lo riferisce il quotidiano Times, precisando che il ministero degli Esteri britannico – spinto a intervenire da una petizione promossa in Gran Bretagna in ambienti accademici – ha sollecitato alla controparte egiziana un'investigazione “completa e trasparente”. Nel frattempo Gianni Pittella, presidente del gruppo socialista e democratico al Parlamento europeo, ha coinvolto l'Unione europea e ha chiesto di rivedere i rapporti con Il Cairo: “Chiediamo che la Commissione europea riconsideri i suoi rapporti con l'Egitto, così come sta facendo giustamente l'Italia”.

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