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Caso Regeni. Gli amici del ricercatore interrogati subito dopo il ritrovamento del corpo

Prima ancora di avvisare l’ambasciatore italiano la polizia egiziana convocò alcuni amici di Giulio Regeni per interrogarli.
A cura di D. F.
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Se il tempo avrebbe dovuto diradare le nebbie intorno alla morte di Giulio Regeni quello che sta accadendo sembra in realtà sortire l'effetto contrario. All'indomani dell'intervista rilasciata dal Procuratore di Giza che sta conducendo le indagini sul caso del ricercatore italiano è sempre un'inchiesta di Repubblica a svelare dettagli finora inediti. Prima ancora che l'ambasciatore italiano in Egitto venisse informato del ritrovamento del cadavere di Regeni alcune persone vicine al friulano vennero convocate nella stazione di polizia di Dokki e qui interrogate per conoscere dettagli sulla vita privata e le inclinazioni sessuali di Regeni. "Seppi quella sera della morte di Giulio – racconta l'amico del ricercatore -. Me lo comunicarono nella sala d'attesa del commissariato. Mi avevano convocato ‘per farmi alcune domande'. Mi interrogarono in sei, forse sette. Non c'erano magistrati. Cominciarono a chiedermi di Giulio, dei suoi studi, delle sue relazioni al di fuori della ragazza con cui stava, se facesse uso di sostanze stupefacenti". Di quell'interrogatorio non sapeva nulla il nostro ambasciatore Maurizio Massari, così come non era al corrente del ritrovamento del corpo di Giulio.

Nei giorni scorsi il Procuratore di Giza Hassam Nassar aveva dichiarato, parlando delle torture inflitte a Giulio Regeni: "Sulle unghie e sulle lesioni alle orecchie si è creato un equivoco: sono stati i medici legali egiziani ad asportare le une e le altre per poter effettuare esami accurati. Nel caso delle unghie si voleva verificare se contenessero tracce che potevano far risalire o dimostrare una colluttazione”. Affermazioni che evidentemente tendono a montare le tesi avanzate in Italia dopo il rientro della salma del ricercatore  friulano: più volte era stato detto che Regeni aveva subito una lunga tortura e che i suoi aguzzini erano arrivati a strappargli le unghia delle mani e le orecchie, forse per estorcergli informazioni importanti.

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