Caso Maddie McCann, Brueckner scrive agli ex amici dal carcere per chiedere aiuto: “Ci ha spaventati”
Sta puntando tutto sui vecchi amici Christian Brueckner, l'uomo sospettato di essere l'autore del rapimento e della morte della piccola Maddie McCann, avvenuto in Portogallo nel 2007. Il 46enne tedesco, attualmente in carcere in Germania per aver violentato una donna di 72 anni, negli ultimi mesi infatti avrebbe preso carta e penna e avrebbe inviato lettere a molti suoi ex amici in Portogallo per chiedere aiuto nei procedimenti giudiziari a suo carico.
A rivelarlo sono stati proprio alcuni suoi amici al tabloid britannico Mirror, spiegando che Brueckner avrebbe chiesto il loro sostegno invitandoli a parlare a suo nome in un eventuale processo futuro in Tribunale. "Ci ha davvero spaventati. Non avevano sue notizie da anni e poi all'improvviso son arrivate queste lettere per posta dalla Germania" ha raccontato uno di loro che però è voluto rimanere anonimo.
Nelle missive, inviate dal carcere, "ha chiesto loro di parlare in sua difesa, di quanto fosse un bravo ragazzo. Ha detto che la polizia e i pubblici ministeri tedeschi ce l'hanno con lui, dicendo che è un mostro" ha raccontato la stessa fonte, rivelando lo sbigottimento suo e di alcuni suoi amici alla lettura della missiva. "È scandaloso che Chris ci chieda aiuto perché ora sappiamo tutti del suo passato. Quando uscivamo con lui nei primi anni 2000 non sapevamo che fosse un pedofilo. Ma ora non ha più alcuna possibilità che qualcuno parli per lui in tribunale" ha aggiunto il testimone.
Christian Brueckner, per questioni di cavilli di giurisdizione, nei mesi scorsi ha visto cadere diverse accuse nei suoi confronti per diverse presunte aggressioni sessuali su minori, non correlate al caso di Maddie. Accuse per le quali però i pm tedeschi hanno intenzione di trascinarlo in Tribunale. Gli inquirenti tedeschi però sperano soprattutto di poter incastrare Brueckner proprio per il caso della piccola Maddie, scomparsa nel 2007 all'età di tre anni mentre era in vacanza in Portogallo con i genitori.
Proprio un ex amico del detenuto è una delle fonti chiave usata finora per accusare il 46enne tedesco ma, secondo indiscrezioni raccolte dal Sun da fonti vicine all'inchiesta, lo stesso testimone starebbe vacillando e avrebbe minacciato di smettere di collaborare. “È stato pagato una somma enorme per ripetere la sua dichiarazione su un giornale tedesco e ora sta staccando la spina. Ciò dimostra semplicemente con che tipo di persone abbiamo a che fare e la loro credibilità come testimoni" ha dichiarato la fonte al giornale.
L'uomo aveva riferito alla polizia di essere rimasto raggelato da una presunta confessione indiretta di Brueckner. Stando al suo racconto, i due si erano incontrati ad un festival musicale in Spagna poco tempo dopo la scomparsa della bambino. Parlando del caso davanti a una birra, Brueckner avrebbe confidato freddamente: "Lei non ha urlato".