Caso Indi Gregory, la Corte inglese rifiuta l’appello: “Lunedì verranno staccate le macchine”
L'Appello dei genitori di Indi Gregory per impedire il distacco delle macchine che la tengono in vita è stato rifiutato. Lo hanno deciso i giudici inglesi al termine dell'udienza di oggi. Il termine per il distacco dei supporti vitali è stato fissato a lunedì. La notizia è stata diffusa da Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, e dall'avvocato Simone Pillon, che stanno seguendo gli sviluppi del lato italiano della vicenda in contatto con i legali inglesi e la famiglia della piccola.
Pochi minuti prima della decisione della Corte inglese il governo italiano aveva chiesto alla Gran Bretagna il trasferimento in Italia della piccola, in base alla Convenzione dell'Aia del 1996. A quanto si apprende, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avanzato tale richiesta in una lettera indirizzata al Lord Cancelliere e Segretario di Stato per la Giustizia del Regno Unito "al fine di sensibilizzare le autorità giudiziarie" inglesi. Meloni chiedeva di rendere possibile alla piccola di 8 mesi "di poter accedere al protocollo sanitario di un ospedale pediatrico del nostro Paese". La lettera mirava a sbloccare la situazione "in tempo utile perché Indi possa accedere a questa possibilità, nello spirito di collaborazione che da sempre contraddistingue i due Paesi".
La vicenda di Indi Gregory, la bimba inglese di 8 mesi affetta da una patologia mitocondriale incurabile, sta tenendo col fiato sospeso sia l'Italia che il Regno Unito alla luce della gravità delle condizioni di salute della piccola e dello scontro legale tra i genitori – che vogliono trasferirla all'Ospedale Bambino Gesù di Roma dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana con procedura d'urgenza – e i giudici dell'Alta Corte britannica, che hanno ordinato lo spegnimento delle macchine che la tengono in vita negando il trasferimento nel nostro Paese.
Quale è la malattia di Indi Gregory
Indi Gregory è affetta da una grave patologia mitocondriale, nello specifico di una forma di sindrome da deplezione del Dna mitocondriale (MDS), quella encefalomiopatica. Come spiega il sito specializzato Orpha.net, si tratta di un insieme di malattie mitocondriali "eterogenee dal punto di vista clinico, caratterizzate da una riduzione del numero di coppie del DNA mitocondriale nei tessuti interessati, in assenza di mutazioni o riarrangiamenti del mtDNA (DNA mitocondriale NDR)". Quella di Gregory è una malattia molto rara che colpisce i mitocondri, gli organelli presenti nelle cellule che fungono da "centrali energetiche". In queste sindromi i mitocondri non sono in grado di produrre energia a sufficienza, con effetti devastanti sull'organismo nel complesso e in particolar modo sugli organi che consumano molta energia, come cervello e cuore. Come per altre malattie mitocondriali si tratta di patologie incurabili: non esiste una cura definitiva e i trattamenti sono volti solo all'attenuazione dei sintomi.
L'ospedale Bambin Gesù di Roma, eccellenza nel campo della pediatria, ha dato la sua disponibilità a occuparsi della piccola Indi e anche l'Italia di recente ha concesso la cittadinanza alla bambina per offrirle una chance di sopravvivenza. E proprio su questo si basano gli sforzi portati avanti dai legali inglesi che rappresentano la famiglia Gregory, in collaborazione con l'associazione Pro Vita & Famiglia onlus e l'ex senatore leghista e avvocato Simone Pillon, responsabili del lato italiano della vicenda.
Inoltre, la Presidenza del Consiglio Giorgia Meloni aveva scritto al ministero della Giustizia britannico come previsto dalla Convenzione dell'Aia. Sempre oggi, mentre la madre della bambina, Claire Staniforth, restava con la figlia all'ospedale di Nottingham, il padre, Dean Gregory, si rivolgeva direttamente ai media italiani per lanciare i suoi appelli. "Pensiamo che sia nel miglior interesse di Indi venire in Italia per ricevere le cure che potrebbero aiutarla a respirare, aprendo una valvola attraverso l'impianto di uno stent, per poi poterci concentrare sulla sua malattia mitocondriale che può essere trattata con queste terapie. Sappiamo che Indi è una combattente, lei vuole vivere, e non merita di morire", ha dichiarato il genitore.