Caso George Floyd: lo youtuber Jake Paul accusato del saccheggio in un centro commerciale
Violazione di domicilio e raduno illegale durante i disordini in un centro commerciale in Arizona, avvenuti nell’ambito delle proteste per l’uccisione di George Floyd da parte della polizia. Sono le accuse alle quali deve rispondere lo youtuber Jake Paul. Il 23enne ha negato qualsiasi coinvolgimento razzia del Fashion Square Mall di Scottsdale. Eppure le immagini, rapidamente cancellate, parlano chiare: le ha caricate nelle Instagram Stories, Andrew Blue, il videomaker di Jake. Quest’ultimo insieme ad un gruppo di amici è nei pressi di un P.F. Chang, una catena di ristoranti di cucina asiatica. Subito dopo inizia l’attacco ai negozi e alle vetrine del centro commerciale. Nel video, si sente lo youtuber definire i poliziotti “degli idioti del c***0”.
In una dichiarazione ufficiale, il dipartimento della polizia di Scottsdale ha dichiarato che, nell'ambito delle indagini, "è stato confermato che Jake Paul era presente nella struttura ed è rimasto all'interno dopo che è stata dichiarato un raduno illegale". Jake Paul oggi ha scritto su Twitter: "Fate le vostre accuse e riportiamo l' attenzione su George Floyd e Black Lives Matter".
La star di YouTube, che ha anche 3,7 milioni di follower su Twitter, in precedenza aveva rilasciato una dichiarazione sui social media dopo che sul web erano circolate foto e video che dimostravano che aveva preso parte alla violenza. "Né io né nessuno nel nostro gruppo è stato coinvolti in alcun saccheggio o vandalismo", ha detto Jake Paul. "Abbiamo filmato tutto ciò che abbiamo visto nel tentativo di condividere la nostra esperienza e portare più attenzione alla rabbia provata in ogni quartiere in cui abbiamo attraversato".