Caso Ashley Madison, tre casi di suicidio e una taglia sugli hacker
L'attacco hacker contro Ashley Madison, il sito specializzato in incontri per persone in cerca di relazioni extraconiugali, avrebbe fatto le prime vittime. Tre persone si sarebbero suicidate (due in Canada e una negli Stati Uniti) dopo che i loro dati sono finiti online. Lo ha reso noto un portavoce della polizia di Toronto aggiungendo che l'inchiesta criminale sull'hackeraggio si è allargata. Il portavoce della polizia ha comunque precisato che il nesso dei suicidi con la vicenda Ashley Madison non risulta ad ora confermato. “Questa mattina stiamo verificando due notizie, ancora non confermate, di due suicidi collegati alla pubblicazione dei profili dei clienti di Ashley Madison”, ha spiegato il soprintendente Bryce Evans in una conferenza stampa. La polizia canadese sta conducendo l'inchiesta collaborando con l'Fbi americana e l'ufficio della sicurezza interna americana nell'ambito di quello che è stato definito “Project Unicorn”.
Cause contro l’azienda che gestisce il sito – Nel frattempo la società che gestisce il sito di incontri, di proprietà di Avid Dating Life e Avid Life Media, ha offerto una ricompensa di 500mila dollari a chiunque sia in grado di rintracciare i responsabili dell'attacco informatico. E c’è, com’era prevedibile, chi ha citato in tribunale la casa madre del portale di incontri: due studi canadesi hanno presentato una class action da 578 milioni di dollari contro Avid Life Media (e la filiale locale Avid Dating Life), per conto di alcuni cittadini che hanno trovato i propri profili online e anche dalla California potrebbe arrivare un'altra tegola per Ashley Madison. In questo ultimo caso il ricorso è stato presentato in una corte federale da un uomo che accusa il portale di non aver protetto in modo adeguato le sue informazioni personali e finanziarie, un evento che gli avrebbe causato forte stress emotivo.