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Casa Bianca aggiunge per sbaglio giornalista in chat segreta su piani di guerra, Vance: “Odio salvare l’Europa”

La Casa Bianca ha confermato che il direttore della rivista The Atlantic, Jeffrey Goldberg è stato aggiunto per errore in una chat sui piani di guerra Usa, in cui erano presenti alti funzionari americani, tra cui il vicepresidente J.D Vance e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e il segretario della Difesa Peter Hegseth. Nei messaggi gli attacchi di Vance contro l’Europa: “Odio salvarla”.
A cura di Giulia Casula
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La Casa Bianca ha confermato che il direttore della rivista The Atlantic, Jeffrey Goldberg ha ricevuto per sbaglio i piani di guerra su una chat di gruppo, in cui erano presenti alti funzionari americani, tra cui il vicepresidente J.D Vance e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz.  Nel dettaglio, i messaggi facevano riferimento agli attacchi contro i ribelli Houthi in Yemen dello scorso 15 marzo.

A riportare per primo l'accaduto è il giornalista, che racconta di aver dapprima ricevuto, l'11 marzo, una richiesta di connessione da Waltz tramite Signal, l'app di messaggistica utilizzata spesso dai giornalisti per scambiare informazioni con le proprie fonti perché protetta da un sistema di crittografia. Goldberg spiega di non aver creduto che si trattasse realmente dell'account del Consigliere per la sicurezza nazionale, ma piuttosto di un impostore. Tuttavia, pochi giorni dopo, il giornalista viene aggiunto in una chat di gruppo chiamata, Houthi PC small group, tra i cui membri figurano una serie di esponenti dell'Amministrazione Trump, come Waltz, JD Vance, l'inviato speciale Usa in Medio Oriente e Ucraina, Steve Witkoff e il segretario della Difesa Pete Hegseth.

Oggetto della chat la pianificazione dei raid contro gli Houthi che si sarebbero svolti nelle ore successive. Nei messaggi, emergono i dubbi di Vance (che finora non si è mai discostato pubblicamente dalle posizioni di Trump) sull'operazione militare in Yemen: "Non sono sicuro che il presidente sia consapevole di quanto ciò sia incoerente con il suo messaggio sull’Europa in questo momento". Secondo il vicepresidente attaccare i ribelli nel Mar Rosso avrebbe significato andare nuovamente in soccorso dell'Europa, venendo meno così al disimpegno Usa più volte annunciato da Washington. Il segretario della Difesa però, ribadisce l'importanza dell'intervento militare, sottolineando il rischio che Israele possa anticiparli o che un eventuale fuga di notizie possa far sembrare l'amministrazione americana indecisa.

Hegseth procede poi a illustrare la strategia comunicativa da adottare. "Inviare messaggi efficaci sarà dura in ogni caso – nessuno sa chi sono gli Houthi – motivo per cui dovremmo concentrarci su: 1) Biden ha fallito e 2) l’Iran ha finanziato gli Houthi. Siamo pronti a eseguire, se avessi il voto finale per il via libera o il non via libero, credo che dovremmo farlo. Ma possiamo facilmente fermarci". Messaggi a cui Vance replica attaccando l'Europa: "Odio dover salvare di nuovo l’Europa". Gli va dietro Hegseth: "Condivido pienamente il tuo odio per il parassita europeo. È patetico. Ma Mike (Waltz, ndr) ha ragione, siamo gli unici sul pianeta (dalla nostra parte del libro mastro) che possono farlo. Nessun altro ci si avvicina. Il problema è la tempistica. Mi sembra che questo sia il momento migliore, data la direttiva del Presidente di riaprire le rotte di navigazione. Penso che dovremmo andare, ma il Presidente ha ancora 24 ore di tempo per decidere".

A questo punto interviene anche un account che dovrebbe appartenere al vicecapo di Gabinetto della Casa Bianca, Stephen Miller. "A quanto ho sentito, il Presidente è stato chiaro: via libera, ma dobbiamo chiarire subito all'Egitto e all'Europa cosa ci aspettiamo in cambio. Dobbiamo anche capire come far rispettare tale requisito. EG, se l'Europa non paga, cosa succede? Se gli Stati Uniti ripristinano con successo la libertà di navigazione a caro prezzo, devono ottenere in cambio un ulteriore guadagno economico", scrive. Il girono dopo però, il vicepresidente torna a ribadire le sue perplessità: "Io oggi sono fuori per un evento in Michigan. Ma penso che stiamo commettendo un errore".

A confermare la veridicità della chat è quanto accade nelle ore successive, quando l'operazione contro gli Houthi, annunciato dal gruppo, viene effettivamente realizzata. "Lavoro straordinario". "Ottimo inizio", sono alcuni dei messaggi mandati dai membri dopo la notizia degli attacchi. A quel punto, Goldberg – che nel suo racconto evita di riportare tutti i contenuti della chat perché se letti "da un avversario degli Stati Uniti, avrebbero potuto essere utilizzate per danneggiare il personale militare e di intelligence americano" – decide di abbandonare il gruppo, venuto così a conoscenza della sua presenza.

Nei giorni successivi il giornalista ha contattato gli uffici stampa di alcuni dei funzionari, tra cui Brian Hughes, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale. "Questa sembra essere una catena di messaggi autentica e stiamo esaminando come un numero involontario sia stato aggiunto alla catena", ha risposto Hughes. "La chat è una dimostrazione del profondo e ponderato coordinamento politico tra alti funzionari. Il continuo successo dell'operazione Houthi dimostra che non ci sono state minacce alle truppe o alla sicurezza nazionale". Secondo Hughes il numero del reporter è stato "erroneamente incluso in una chat di gruppo altamente confidenziale. Stiamo indagando su come il suo numero sia stato aggiunto per errore", ha sottolineato.

William Martin, portavoce di Vance, ha ribadito l'assoluta convergenza tra il vicepresidente e Trump."La prima priorità del Vicepresidente è sempre quella di assicurarsi che i consiglieri del Presidente lo informino adeguatamente sulla sostanza delle loro deliberazioni interne”, ha dichiarato. “Il Vicepresidente Vance sostiene inequivocabilmente la politica estera di questa amministrazione. Il Presidente e il Vicepresidente hanno avuto successive conversazioni su questo argomento e sono completamente d'accordo".

Tuttavia, segnala il giornalista, la chat a cui è stato aggiunto per sbaglio rappresenta una grave "violazione". Non è raro "che i funzionari della sicurezza nazionale comunichino su Signal. Ma l'applicazione viene utilizzata principalmente per la pianificazione di riunioni e altre questioni logistiche, non per discussioni dettagliate e altamente riservate su un'azione militare in corso", spiega. Le questioni di sicurezza nazionale infatti, non possono essere discusse all'interno di comuni app di messaggistica, ma tramite apposti server. E soprattutto, le informazioni scambiate in tali contesti devono essere conservate, in quanto classificate. Cosa che non è accaduta su Signal, dove la chat in questione prevedeva l'opzione di autodistruzione dei messaggi dopo una settimana.

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