Carneficina di animali in Ucraina, gli animalisti protestano a Roma
Stamattina l'ingresso dell'Ambasciata dell'Ucraina a Roma è stato occupato da trenta attivisti dell'Associazione Animalisti Italiani Onlus, guidati dal presidente Walter Caporale. La contestazione che si è sviluppata sul posto ha avuto come scopo principale rimarcare la violazione dei diritti animali e umani che si sta compiendo negli ultimi mesi in Ucraina, dove migliaia di animali randagi sono stati abbattuti per ripulire la città "in onore" del Campionato Europeo di Calcio.
Un minuto di silenzio e una fascia nera al braccio alla prima partita: questo è ciò che chiedono gli animalisti, alla luce della carneficina che si è svolta nel paese europeo in vista delle competizioni calcistiche. In Ucraina, infatti, sono stati abbattuti più di 30 mila randagi, nonostante tante organizzazioni e i cittadini stessi si fossero mobilitati per porre fine a tale scempio. Nonostante ciò, il massacro è stato portato avanti, senza scrupoli. Come sottolinea Caporale è stato finanziata una somma affinché fossero avviate delle misure per non uccidere gli animali e avviare la "la costruzione di rifugi, la sterilizzazione e l'allestimento di cliniche mobili: denaro che il Governo ucraino nega di aver ricevuto, ma che non è nemmeno mai arrivato alle associazioni animaliste per fronteggiare l'emergenza".
Un campionato di sangue: gli animalisti hanno sventolato bandiere con zampe mozze, cartelli sui cui c'era scritto "vergogna" e palloni insaguinati, ricordando quanto si sta svolgendo in Ucraina. Inviata, inoltre, una lettera aperta al al presidente della FIGC Giancarlo Abete, al ct Cesare Prandelli e a tutti i giocatori, affinché il mondo del calcio si schieri contro la carneficina di animali compiuta in vista delle partite europee.