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Cardiff, migranti obbligati a indossare braccialetti colorati per poter avere i pasti

La regola era utilizzata da una struttura di prima accoglienza gallese, finita al centro della polemica: chi toglieva il braccialetto di riconoscimento non poteva accedere alla mensa. Dopo la denuncia delle associazioni e l’intervento del governo, il gruppo ha annunciato che sospenderà la pratica.
A cura di Claudia Torrisi
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Qualche giorno fa in Inghilterra era scoppiata una violenta polemica: alcuni giornali avevano sollevato il caso di abitazioni per migranti e richiedenti asilo con la porta dipinta di rosso in segno distintivo alla periferia di Middlesbrough. Una storia simile si è registrata a Cardiff, in Galles, dove i richiedenti asilo erano costretti ad indossare dei braccialetti colorati tutto il giorno, altrimenti non avrebbero potuto usufruire della mensa alla Lynx House di Cardiff, una struttura della Clearsprings Ready Homes, azienda privata che ha vinto la gara d’appalto del ministero dell’Interno. Un rifiuto di indossare il braccialetto equivaleva a non mangiare.

I richiedenti asilo nel Regno Unito non possono lavorare o godere dei benefici concessi a tutti. Alcuni di loro ricevono una piccola somma di denaro o una carta prepagata da usare nei supermarket. Ma i richiedenti asilo appena arrivati nel paese vengono sistemati in un alloggio iniziale dal ministero degli Interni dove ricevono tre pasti al giorno.

Eric Ngalle, 36 anni, ha passato un mese alla Lynx House di Cardiff prima di ottenere lo status di rifugiato lo scorso novembre. "Il periodo che ho trascorso lì dentro è stato il peggiore della mia vita. Odiavo indossare il braccialetto, a volte mi rifiutavo e mi impedivano di mangiare", ha raccontato al Guardian. "Alcuni membri dello staff – ha aggiunto Ngalle – interpretavano questa regola in maniera drastica. Ho fatto un reclamo sulla politica del braccialetto alla Clearsprings ma non è cambiato nulla. Dovevamo camminare 10 minuti a piedi per andare a mensa ogni giorno, con il braccialetto bene in vista mentre eravamo per strada. A volte la gente lo vedeva e gridava dalla finestra ‘Tornatevene a casa vostra'. E altri insulti". Il trentaseienne ha spiegato che, tra l'altro, una volta tolto il braccialetto dal polso non è possibile rimetterlo: "Quindi era meglio tenerselo se si voleva mangiare qualcosa. Erano rossi, argento o blu. Servivano a solo a ricordare che eri un emarginato".

La pratica dei braccialetti rossi è stata denunciata dal Welsh Refugee Council (WRC), secondo cui ricorda "la stella gialla che gli ebrei erano costretti a indossare nella Germania nazista". La questione ha sollevato grosse polemiche, fino ad arrivare al governo. Il primo ministro gallese Carwyn Jones si è detto "inorridito" dall'obbligo per i migranti di indossare i braccialetti.

Il gruppo Clearsprings, che gestisce il servizio, si è difeso, dicendo che i braccialetti sono stati visti solo come un "modo affidabile ed efficace" per garantire l'erogazione dei servizi. La società, ad ogni modo, ha fatto sapere che ne avrebbe sospeso l'utilizzo. Il ministero dell'Interno ha infatti chiarito che ai fornitori di servizi vengono richiesti "standard più alti", compreso l'evitare di mettere in pericolo la sicurezza delle persone.

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