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Caos Libia, ribelli assaltano Tripoli: violenti combattimenti in strada e decine di morti

Secondo le autorità di Tripoli i morti sarebbero già quasi cinquanta, centinaia i feriti. Lo stesso premier Fayez al Serraj, rinchiuso nel suo fortino, sta cercando di trattare una tregua con i ribelli che hanno preso il controllo dell’area intorno all’aeroporto. L’ambasciata italiana però ha assicurato che per ora rimane aperta.
A cura di Antonio Palma
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È di nuovo caos in Libia dopo da alcuni giorni le milizie ribelli del generale Haftar che si oppongono al governo di Fayez al Serraj hanno dato vita ad un vero e proprio assalto alla città di Tripoli con violenti scontri armati e decine di morti per le strade. Una situazione che rischia di gettare nuovamente il Paese nella morsa di una sanguinosa  guerra civile dopo un periodo di tregua armata e con la Libia divisa in zone di influenza. Lo stesso consiglio presidenziale, guidato da Fayez al Sarraj e sostenuto dall’Onu, è stato costretto a dichiarare lo stato di emergenza. Il ministero della Salute libico parla di almeno 47 morti e 129 feriti in  un settimana di combattimenti ma secondo altre fonti non ufficiali le vittime sarebbero già oltre duecento.

Il governo riconosciuto dall'Onu parla di “attentato alla sicurezza della capitale e dei suoi abitanti, davanti ai quali non si può restare in silenzio”, sottolineando che "l’obiettivo dei miliziani è quello di interrompere il processo pacifico di transizione politica” cancellando “gli sforzi nazionali e internazionali per arrivare alla stabilizzazione del Paese”. I ribelli dal loro canto invece denunciano ruberie da parte dle milizie che appoggiano il governo di Tripoli. "Noi non vogliamo la distruzione, ma stiamo avanzando in nome dei cittadini che non riescono a trovare cibo e aspettano giorni in coda per avere lo stipendio, mentre i leader delle milizie si godono il denaro libico”, ha dichiarato il leader Abdel Rahim Al Kani. La sua Brigata armata ha annunciato di aver preso il controllo di diversi quartieri e centri strategici lungo l’asse verso l’aeroporto dove da giorni in effetti si stanno concentrando i combattimenti più feroci. Lo stesso premier, rinchiuso nel suo fortino, sta cercando di trattare una tregua e ha dato mandato alla milizia Forza Anti Terrrorismo di Misurata, guidata dal generale Mohammed Al Zain, di entrare nella capitale per organizzare un nuovo cessate il fuoco.

L'ambasciata italiana a Tripoli, sfiorata sabato da un razzo, intanto ha smentito alcune voci che parlavano di una evacuazione di diplomatici, ha spiegato che comunque resta operativa. "L'Ambasciata italiana in Libia rimane aperta. Continuiamo a sostenere l'amata popolazione di Tripoli in questo difficile momento", ha scritto su Twitter la sede diplomatica. Anche il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ai microfoni di Radio 24 ha confermato la situazione precaria dei nostri connazionali in alcune zone del Paese. “Sono in contatto diretto con i nostri uomini: militari, diplomatici, addetti dell’Eni che in Libia vivono rischi portati da un intervento militare senza senso” ha commentato Salvini.

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