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Caos in Corea del Sud, l’ex ministro della Difesa tenta il suicidio in carcere

L’ex ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-hyun ha tentato di togliersi la vita in carcere, dove è detenuto con l’accusa di insurrezione legata a una indagine sulla legge marziale del presidente Yoon Suk-yeol, dichiarata il 3 dicembre e ritirata poco dopo. Intanto altri due alti ufficiali della polizia sono stati arrestati.
A cura di Susanna Picone
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L'ex ministro della Difesa della Corea del Sud, Kim Yong-hyun, ha tentato di togliersi la vita in carcere, dove è in custodia con l'accusa di insurrezione legata a una indagine sulla legge marziale del presidente Yoon Suk-yeol. Legge marziale che era stata dichiarata il 3 dicembre scorso e ritirata poche ore dopo. Lo riporta la Yonhap, riferendo quanto detto da Shin Yong-hae, capo del centro penitenziario.

L’ex ministro, a quanto si apprende, è detenuto "in una cella di protezione e la sua salute rimane stabile". "I risultati degli esami medici indicano che lo stato di salute del detenuto è buono, senza alcuna anomalia, e che attualmente sta vivendo una vita normale nella struttura", ha dichiarato il ministero della Giustizia.

Oggi intanto la polizia della Corea del Sud ha annunciato di aver eseguito una perquisizione dell'ufficio del presidente. "Il Team di indagine speciale ha condotto una perquisizione sull'ufficio presidenziale e delle sedi dell'Agenzia nazionale di polizia, dell'Agenzia di polizia metropolitana di Seul e del Servizio di sicurezza dell'Assemblea nazionale", si legge in una nota.

Dalla Corea del Sud arriva anche notizia degli arresti dei capi della polizia nazionale e di Seul. Entrambi vengono arrestati per il loro ruolo nell'applicazione del decreto sulla legge marziale del 3 dicembre. A riportarlo i media locali, ricordando che lo sviluppo è maturato poco dopo la presentazione della nuova mozione di impeachment contro Yoon da parte delle opposizioni guidate dal partito Democratico che dovrebbe essere votata sabato dall'Assemblea nazionale.

Nel frattempo parla per la prima volta di quanto sta accadendo in Corea del Sud, accusando il presidente, il vicino Nord. "L'incidente scioccante del regime fantoccio di Yoon Suk-yeol, che ha dichiarato all'improvviso un decreto di legge marziale e brandito senza esitazione pistole e coltelli della sua dittatura fascista, ha provocato il caos in tutta la Corea del Sud", così Pyongyang in un commento diffuso dall'agenzia Kcna sui disordini del 3 dicembre legati alla legge marziale. "Diversi elicotteri e forze della legge marziale completamente armate, inclusa l'organizzazione di gangster, lo Special Warfare Command, sono stati schierati per isolare l'Assemblea nazionale", ha riferito l’agenzia. E ancora, "la comunità internazionale osserva con severità, valutando che l'incidente della legge marziale ha messo in luce le vulnerabilità della società sudcoreana e che la vita politica di Yoon Suk-yeol potrebbe finire presto".

Lo scorso 3 dicembre il presidente Yoon ha imposto la legge marziale, la prima nel Paese in più di 40 anni, salvo poi tornare sui suoi passi e chiedere scusa per aver causato ansia e disagio. Sul fronte politico, contro il presidente l'opposizione parlamentare ha presentato una mozione di impeachment, fallita nei giorni scorsi per il mancato raggiungimento del quorum, per la decisione del suo partito di non partecipare alla votazione.

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