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Cairo, difese ragazza velata dal pestaggio: parla Azza (VIDEO)

Scontri in Egitto: parla la donna che difese una ragazza velata picchiata. Ancora in ospedale, Azza è stata percossa a sua volta. Circa 50 i morti al Cairo solo nell’ultimo mese.
A cura di Carmine Della Pia
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donne cairo

In seguito ai recenti scontri avvenuti al Cairo, numerose le foto pubblicate sul web, le testimonianze di una mattanza che non ha risparmiato né uomini, né donne. Sono state proprio le donne, ultimamente, a scendere in piazza per manifestare contro il brutale pestaggio ai danni di una ragazza, denudata e probabilmente molestata, lasciata in terra esanime. La Cnn ha intervistato un’altra donna, considerata un’eroina perché non esitava, giorni fa, a farsi strada tra i violenti militari e cercare, invano, di difendere la ragazza dal brutale pestaggio.

La testimonianza di Azza

Azza Hilal Suleiman, 48 anni e figlia di un generale dell’esercito, è la donna che, nei numerosi video degli scontri avvenuti in Egitto circolati in rete, è possibile notare per la giacca rossa che indossa quel giorno in cui, nel corso delle violenze, numerosi militari si accanirono con ferocia su una ragazza, denudandola e percuotendola. Intervistata dalla Cnn, Azza ha raccontato:

Stavano picchiando quella donna le avevano tolto il velo, mostravano la sua biancheria. Continuavano a colpirla così l'ho raggiunta per cercare di coprirla e di portarla via”.

Il tentativo eroico è risultato vano, anzi i militari hanno picchiato anche Azza, attualmente in ospedale. Le sue condizioni non sono ancora stabili e le ferite riportate soprattutto alla testa causano dolori lancinanti. Migliaia di donne hanno manifestato solidarietà a casi come questi scendendo in piazza e manifestando.

Gli scontri più recenti

Tra le proteste più violente avvenute recentemente, la manifestazione di piazza Tahrir dello scorso 21 novembre. A perdere la vita furono in 41, mentre migliaia erano i feriti. In quell’occasione, il candidato alla Presidenza dell’Egitto Mohamed ElBaradei biasimò il comportamento dei militari, affermando: “Il primo responsabile di questa situazione è il Consiglio supremo delle Forze Armate”. Qualche giorno fa, poi, un nuovo scontro, scatenato in seguito al racconto di un manifestante, che avrebbe riferito di essere stato fermato e percosso dai soldati. La reazione dei connazionali, che avevano iniziato a lanciare pietre contro i militari, avrebbe rappresentato solo l’inizio di una lotta che portò, poi, ad una decina di vittime e circa 500 feriti.

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