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Buon compleanno Lady Diana: la storia della principessa del popolo mai dimenticata

Il 1 luglio 1961 nasceva Diana Spencer, la principessa del popolo, morta dopo un incidente stradale a 36 anni. Ripercorriamo tutta la sua vita iconica.
A cura di Anna Vagli
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Lady D manca ai suoi sudditi, e non solo, da 26 anni. Da quel maledetto 31 agosto 1997, quando la sua vita si è spezzata in un incidente d’auto consumatosi nel tunnel dell’Alma a Parigi. Incidente, però, che ha contribuito a renderne immortale il mito.

Per il suo fascino, Diana, che proprio oggi compirebbe 62 anni, vive ancora nei cuori dei commoner. Un’icona intramontabile, nella moda come nella pubblicità, al cinema e nell’immaginario collettivo.

Diana, prima ancora che Lady, si è rivelata un personaggio mainstream in un’epoca antecedente a quella in cui il termine stesso acquisisse un significato “millennial oriented”.

La principessa inglese ha rappresentato, e continua a rappresentare, tutto. La favola, il dramma, l’abilità di incarnare universalmente qualsiasi donna. Lei che donna lo è stata fino alla fine e che si è elevata a paladina di quella libertà in nome della quale ha sfidato pregiudizi e limiti.

Dando al mondo intero l’esempio che nella vita si ha sempre la possibilità di lasciarsi guidare dal cuore. “Mi piace essere uno spirito libero. A molti questo non piace, ma è quello che sono”.

La principessa Diana in una foto negli anni '90
La principessa Diana in una foto negli anni '90

Figlia della sua generazione, ma proiettata nel futuro è riuscita a emancipare la monarchia. Cambiandone per sempre il volto.

E lo ha fatto con il suo modo irrimediabilmente ribelle di uscire dagli schemi. Una vita vissuta intensamente, ma terminata troppo presto.

Ma chi era davvero Diana Spencer?

L’infanzia di Lady D

Diana Frances Spencer era nata a Sandringham, nella contea di Norfolk, il 1° luglio del 1961.

Figlia del visconte John Spencer e di Frances Ruth Roche, cresce in una delle più blasonate famiglie inglesi.

Ma la vita familiare degli Spencer sarà destinata presto a naufragare a causa della sfrontatezza di Frances che decise di abbandonare il tetto coniugale per Peter Shand Kydd, facoltoso proprietario terriero.

Timida e riservata, la carriera scolastica di Diana non eccelle. Dopo aver ripetuto per ben due volte l’esame di maturità, frequenta in Svizzera una scuola dove le insegnano l’etichetta e le buone maniere.

Mentre custodisce come sogno nel cassetto quello di diventare una ballerina del Royal Ballet, si trasferisce a Londra in un appartamento regalatole dai genitori e che condividerà con altre due amiche.

Nella capitale inglese lavorerà come bambinaia e maestra presso l’asilo Young England, situato in quartiere di lusso a Westminster. Proprio negli anni londinesi Diana incontrerà il principe Carlo.

Carlo e Diana
Carlo e Diana

Carlo, Camilla e Diana

Negli anni ’70 Carlo era lo scapolo più ambito d’Europa e la famiglia reale voleva bramosamente sistemarlo. Ma trovare una donna adatta a lui e alla vita di corte era una faccenda tutt’altro che semplice. Bisognava scovare quella donna che, un giorno, sarebbe diventata regina d’Inghilterra.

La pretendente avrebbe dovuto quindi essere di sangue blu, giovane, di bella presenza, ma soprattutto vergine. Un’ardua impresa in una società in continuo cambiamento e nel pieno della rivoluzione sessuale.

In più, la futura sposa avrebbe dovuto fare i conti con Camilla Shand. Coetanea di Carlo e vicina alla famiglia reale, Camilla non era così bella e neppure nobile. Ma il principe l’amava e l’avrebbe amata per sempre. E allora perché non sposare (subito) lei? Chiaramente, per ragioni di etichetta.

Camilla vantava numerose relazioni, ma in particolare ne intratteneva una in quegli anni: quella con Andrew Parker Bowles. Che – prima di diventare suo marito – era stato un flirt della principessa Anna.

Dunque, la Royal Family non avrebbe mai approvato la relazione. Così, Carlo fu spedito in marina ai Caraibi e Camilla sposò Parker Bowles il 4 luglio 1973.

Carlo e Diana si conobbero invece per caso fortuito. Il primo aveva infatti avuto una liaison con Sarah, la sorella della seconda. Ma Diana, in cerca di riscatto personale, si era prefissata come obiettivo proprio quello di sposare il principe del Galles.

Nel 1977 i due iniziarono a frequentarsi tra battute di caccia, serate a teatro e giornate sul panfilo reale Britannia. Dopo quattro anni di relazione, pienamente approvata da Buckingham Palace, il fidanzamento venne ufficializzato il 24 febbraio 1981. E i due convolarono a nozze il 29 luglio 1981 nella cattedrale di Saint Paul.

Diana incarnava la principessa perfetta. Ma quel matrimonio si rivelerà un disastro.

La vita a corte e la nascita dei due figli

I figli di Diana e Carlo e una statua della principessa
I figli di Diana e Carlo e una statua della principessa

Eravamo in tre in questo matrimonio un po' troppo affollato”. Queste le parole pronunciate dalla Spencer a Martin Beshir della BBC. E infatti la sua relazione è sempre stata funestata dall’ombra dell’amante Camilla.

Viveva in un matrimonio nel quale non riceveva le attenzioni che meritava. E questo la fece sprofondare in un drammatico stato depressivo.

Nell’anno in cui era incinta di William, diretto erede al trono, simulò una caduta dalle scale per ottenere un briciolo di attenzioni da parte del marito. Eliminate le conseguenze dannose per la gravidanza, e superato il periodo della bulimia, i rapporti con Carlo conobbero un netto miglioramento con la gravidanza del secondogenito Harry. Che nascerà il 15 settembre 1984.

Ma i numerosi impegni istituzionali allontaneranno nuovamente la coppia. Il futuro re riprese così i rapporti con Camilla, e Diana, forse in un ultimo disperato tentativo di riprendersi le attenzioni del marito, iniziò una relazione con James Hewitt, suo insegnante di equitazione.

Così, ricominciarono anche i problemi della principessa con i disturbi dell’alimentazione. E il suo matrimonio naufragherà in meno di cinque anni.

L’impegno sociale di Lady D

Diana non ha mai rinunciato alla sua intima ribellione. Nella parabola della sua vita ha dimostrato che ogni regola poteva valere. Era una principessa, ma si comportava da commoner e lo faceva indossando i tanto discussi abiti neri a ritmo di tip tap. Indimenticabile il ballo concesso a John Travolta alla Casa Bianca. Era il 1985.

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Dunque, divenuta un vero e proprio fenomeno di costume, Lady D ha indubbiamente rivestito un importante ruolo sociale.

Si è battuta per i malati di Aids, ha sostenuto la lotta alla lebbra e le associazioni che difendevano gli homeless.

Si è fatta portavoce di cause lontane da quelle reali e si è schierata apertamente a tutela dei bambini e contro l’uso delle armi.

È passata alla storia la sua visita in India presso l’ospizio dei malati terminali promosso da Madre Teresa di Calcutta. Meritandosi, davvero, l’appellativo di principessa del popolo. Datole, quest’ultimo, dal premier britannico Tony Blair.

La tragica scomparsa

Diana e Carlo divorziarono il 28 agosto del 1996. Da quel momento in poi, Lady D divenne una vera e propria ossessione per i paparazzi di tutto il mondo. I tabloid internazionali andavano alla ricerca dei dettagli più scandalosi e delle relazioni proibite della principessa. Tradimenti e complotti reali.

E proprio questi ultimi rimbomberanno come un eco il giorno della sua morte. Era il 31 agosto del 1997.

Fiori e candele lasciati sul luogo della scomparsa di Diana
Fiori e candele lasciati sul luogo della scomparsa di Diana

Diana si trovava a Parigi con il fidanzato Dodi al-Fayed, suo promesso sposo. I due, dopo aver lasciato l’Hotel Ritz, vennero inseguiti da un corteo di paparazzi e si schiantarono a bordo di una Mercedes contro il tredicesimo pilastro del tunnel de Pont de l’Alma a Parigi.

Diana, estratta viva in un primo momento dopo l’intervento tardivo dei soccorsi, è morta all’ospedale Pitié-Salpétirère di Parigi. Insieme a loro ha perso la vita l’autista Henry Paul.

A bordo con i tre c’era anche Trevor Rees-Jones, membro della sicurezza privata dalla famiglia Fayed e unico sopravvissuto allo schianto. Schianto di cui, però, non avrà più memoria.

Nonostante il doppio filone di indagine britannico e francese abbia dimostrato la fatalità dell’incidente, resta ancora oggi l’ombra del complotto. Forse per il tasso alcolemico dell’autista superiore di tre volte rispetto a quello consentito dalla legge francese o forse perché, alcune indiscrezioni dell’epoca, avevano palesato la possibilità di una gravidanza di Lady Diana.

Certamente, un fratellastro di altra cultura e religione avrebbe messo nei guai, e non poco, la monarchia inglese. Non lo sapremo mai.

Oggi, però, sappiamo che – nonostante abbia perso la vita a soli 36 anni – Lady D non è mai scomparsa. Ma ancora vive nei ricordi, nello stile e nel modo in cui suo figlio William e sua nuora Kate hanno scelto di relazionarsi con i sudditi.

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