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Bufera sulla sanità inglese, il 90% delle dottoresse in sala operatoria ha subito molestie dai colleghi

Il 90% delle dottoresse inglesi ha riferito di aver assistito a molestie sessuali nei confronti di colleghe in sala operatoria. Le professioniste hanno riferito di violenze anche durante gli interventi chirurgici sui pazienti.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Immagine di repertorio
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Un vero e proprio vaso di Pandora la cui apertura ha sconvolto la Gran Bretagna: dall'indagine del British Journal of Surgery, emergono molestie sessuali ai danni delle dottoresse e delle infermiere nelle sale operatorie degli ospedali inglesi, persino durante gli interventi. Le violenze sono rimaste nascoste per anni dietro un muro di silenzio che nel tempo si è trasformato, scrive la BBC, nel "segreto di Pulcinella della chirurgia". 

Le dottoresse hanno raccontato tramite una serie di sondaggi anonimi realizzato su un campione di 1400 chirurghi che il 63% delle professioniste in sala operatoria è stato oggetto di molestie da parte dei colleghi durante le operazioni. Il 30% di loro è stata aggredita sessualmente da un collega mentre l'11% delle dottoresse ha riferito di contatti fisici forzati legati alle opportunità di carriera. 

Le cifre più allarmanti arrivano quando si apre il capitolo degli episodi ai quali dottoresse e infermiere hanno riferito di aver assistito da testimoni: circa il 90% delle professioniste della sanità inglesi hanno assistito a molestie sul lavoro nei confronti delle colleghe. A comportamenti non idonei, invece, dichiara di aver assistito sul lavoro l'81% degli uomini impiegati negli ospedali del Paese.

Più che i numeri, sono ancora più spaventose le storie raccontate dalle donne che lavorano ogni giorno in corsia. Una dottoressa ha raccontato di aver subito molestie all'inizio della carriera, quando non aveva potere in sala operatoria. In particolare, durante un intervento chirurgico, il medico che stava operando di sarebbe girato e avrebbe "seppellito la testa nel seno dell'aspirante dottoressa per asciugarsi il sudore".

"Quando lo ha fatto la seconda volta gli ho chiesto se voleva un asciugamano – ha spiegato la donna – ma lui ha rifiutato dicendo che questo era molto più divertente. Mi sentivo sporca e umiliata, non era nemmeno la persona più anziana in sala operatoria. Sapeva che il suo comportamento sarebbe stato accettato e tutto questo è davvero marcio".

Lo schema è quasi sempre lo stesso: una specializzanda che si trova in sala operatoria con un chirurgo senior. Un'altra giovane dottoressa ha raccontato di essere stata violentata dal suo "maestro" in sala operatoria. "Sono stata costretta a un rapporto sessuale dopo una conferenza medica – ha raccontato la professionista -. Io ero una tirocinante, lui era il mio mentore e io mi fidavo di lui. Mi aveva chiesto di seguirlo e io l'ho fatto, pensavo volesse parlare di lavoro, invece si è girato e mi ha costretto a un rapporto che non ho mai voluto. Non credevo di poter denunciare, per me è stato terribile. Il ricordo continua a tormentarmi, anche quando devo operare un paziente".

Dalle denunce delle donne del settore, emerge uno schema fortemente gerarchico e maschilista che usa le molestie come affermazione sgradita di una posizione lavorativa superiore. Chi si macchia delle molestie, sa che le aspiranti dottoresse sono convinte di non poter denunciare per evitare di diventare ricattabili.

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