Bufera su Yoshiro Mori, presidente del comitato Olimpiadi Tokyo, per le frasi sessiste
Le donne parlano troppo, per questo se aumentiamo la loro presenza nel comitato direttivo, le riunioni rischiano di diventare interminabili. A dirlo è stato Yoshiro Mori, il presidente del comitato olimpico giapponese (Joc), durante un incontro online tenutosi mercoledì 3 febbraio con parte del direttivo: in riferimento alla proposta del Comitato di includere più donne nella sua amministrazione, passando così dall'attuale 20 per cento al 40 per cento, l'ex primo ministro 83enne ha risposto sottolineando che durante le riunioni le donne parlano troppo.
"Le riunioni a cui partecipano troppe donne in genere vanno avanti più del necessario – ha spiegato – per via del loro forte senso di rivalità, se una alza la mano per parlare poi anche tutte le altre vorranno parlare". Non solo, Mori ha aggiunto che "se si aumenta il numero di donne, poi bisognerà limitare in qualche modo il tempo in cui possono parlare, altrimenti non si fermeranno mai, che è un problema". Parole che hanno scatenato una bufera mediatica: in molti hanno infatti sottolineato la gravità delle parole di Mori, non solo sui social, dove a gran voce sono state chieste le sue dimissioni, ma anche internamente al Joc. Kaori Yamaguchi, presidente del comitato ha detto: "La parità di genere e un maggior rispetto per le persone con disabilità sono valori fondamentali per gli organizzatori dei Giochi a Tokyo. È deplorevole che il presidente del comitato organizzatore faccia questi commenti".
Dinanzi alla pioggia di critiche piovutagli addosso il presidente del comitato olimpico giapponese è intervenuto per chiedere scusa rispetto a quanto detto definendo le sue parole inappropriate. E a chi gli ha fatto notare che sono in molti sui social a chiedere le sue dimissioni, tanto da far nascere su Twitter in Giappone l’hashtag "Mori, dimettiti", l'83enne ha risposto quotidiano Mainichi Shimbun: "Se le richieste per le mie dimissioni dovessero aumentare, potrei essere costretto a farlo".