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Brucia il Corano in Svezia protetto dalla polizia, Erdogan: “Insultare i musulmani non è libertà”

Dopo il rogo del Corano davanti alla Moschea di Stoccolma, il presidente turco Erdogan ha condannato fermamente la Svezia durante l’intervento in una trasmissione Tv. “Insegneremo all’Occidente che insultare i musulmani non è libertà di pensiero”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il presidente turco Recep Tayyip Ergodan ha condannato la Svezia durante un intervento in una trasmissione televisiva, sottolineando che bruciare il Corano non è libertà di pensiero. "Insegneremo agli arroganti occidentali che insultare i musulmani non è libertà di pensiero" ha affermato riferendosi al manifestante che nella giornata di mercoledì ha preso a calci il testo sacro dell'Islam e bruciato alcune sue pagine in segno di "protesta" proprio all'inizio dei tre giorni di festa musulmana Eid al-Adha, celebrata dai fedeli di tutto il mondo.

Erdogan ha sottolineato durante l'intervento Tv di aver condannato fermamente l'episodio e le autorità di Stoccolma hanno raccolto la denuncia nei confronti del manifestante per incitamento all'odio razziale. Il 37enne responsabile di tale atto è Salwan Momika, di origine irachena, che aveva chiesto alle autorità già a febbraio di seppellire il testo sacro islamico fuori dall'ambasciata irachena in segno di protesta. La polizia però aveva vietato la manifestazione. "Non stiamo combattendo contro i musulmani – aveva detto il 37enne – ma contro i loro pensieri".

Mercoledì la nuova manifestazione è stata autorizzata proprio all'inizio dei tre giorni di Eid al-Adha, festeggiati dai musulmani di tutto il mondo. L'ok è arrivato dopo una sentenza della Corte d'Appello secondo la quale era "sbagliato da parte della polizia rifiutare le manifestazioni" a causa di un rischio attentato nato dopo un rogo simile avvenuto a gennaio davanti all'ambasciata turca. In quell'occasione, infatti, a bruciare il libro sacro fu l'estremista di estrema destra Rasmus Paludan. Il gesto portò Ankara a congelare il processo di adesione della Svezia alla Nato.

Le immagini della nuova "protesta" davanti alla grande Moschea di Stoccolma, la Medborgarplatsen Camii, hanno fatto in breve tempo il giro del mondo. Diverse persone sono accorse per manifestare contro il rogo del libro sacro e una di queste è stata fermata dalla polizia per aver tentato di lanciare una pietra.

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Nonostante la contestazione, l'uomo (protetto dalle forze di polizia) ha potuto dare fuoco al testo sacro davanti alla Moschea. "Il Corano non è nelle tue mani, è nei nostri cuori, lo conosciamo a memoria", gli ha gridato un contestatore fuori dal luogo di culto.

Il primo ministro svedese Ulf Hjalmar Kristersson ha definito l'ok alla manifestazione "legittimo ma inappropriato". Il premier non ha invece risposto alla domanda sul possibile impatto dell'azione sulle prospettive di ingresso della Svezia nella Nato.

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L'assalto all'ambasciata svedese a Baghdad dopo il rogo

La "manifestazione" ha portato decine di persone infuriate ad assaltare l'ambasciata svedese a Baghdad nella giornata di oggi, giovedì 29 giugno. La protesta voluta dal leader sciita Muqtada al-Sadr, ha preso di mira la rappresentanza diplomatica le cui autorità avevano dato il benestare allo show pubblico di Salwan Momika, una "dichiarazione di guerra" al mondo islamico promossa da un singolo e avallata dalle autorità svedesi.

La situazione è tornata alla calma dopo qualche decina di minuti, senza danni per il personale della rappresentanza svedese, come confermato dal ministero degli Esteri di Stoccolma alla Cnn.

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