Brianna uccisa a 16 anni da compagna di scuola e amico: “Sadici che volevano provasse paura e dolore”
“Il loro è stato un comportamento da sadici desiderosi che la loro vittima provasse paura e dolore” così la giudice del Tribunale di Manchester ha condannato oggi due 16enni inglesi per aver ucciso la coetanea e compagnia di scuola Brianna Ghey, la ragazza trans uccisa l'11 febbraio dello scorso anno dopo essere stata attirata dalla compagna di scuola in una trappola con un finto appuntamento al parco.
“La vostra motivazione era quella di mettere in atto la vostra fantasia, volevate vedere l’orrore sul volto di Brianna e sentirla urlare” ha dichiarato ancora la giudice definendo l'omicidio "eccezionalmente brutale". Brianna fu uccisa con 28 coltellate alla testa, al collo e alla schiena con un coltello da caccia che i due assassini si erano portati dietro preparando con cura l’omicidio.
A ucciderla due ragazzi appena 15enni all’epoca dei fatti: la compagna di scuola e un amico di quest’ultima. Entrambi sono stati condannati all’ergastolo con una pena minima di 22 anni per la ragazza e di venti anni per il ragazzo.
Le due ragazze si erano conosciute la prima volta 10 settimane prima nell'aula di inclusione della scuola in cui trascorrevano parte dell’orario scolastico. L’assassina avrebbe finto amicizia ma con lo scopo di uccidere la coetanea per sadismo.
Dal processo a loro carico è emerso che i ragazzi erano ossessionati dalla violenza, dalla tortura e dalla morte e che avevano già provato a uccidere Brianna dopo aver compilato una "lista di vittime" da colpire. Nella lista diversi adolescenti loro coetanei tra cui la 16enne poi uccisa. I due condannati si erano scambiato migliaia di messaggi su WhatsApp per discutere dei loro piani, dicendosi addirittura emozionati il giorno prima del delitto. La ragazza in particolare si definiva una "satanista" e parlava della sua fascinazione per i serial killer e avrebbe anche espresso il desiderio di conservare alcune parti del corpo della vittima.
La 16enne sarebbe stata presa di mira perché considerata un bersaglio facile. I due, fingendosi amici, avrebbero provato a ucciderla già in precedenza con alcune compresse senza riuscirci e tra di loro definivano la vittima con un linguaggio transfobico e in un modo disumanizzante, chiamandola ‘It'.
"Trovo quindi che entrambi abbiate preso parte ad un omicidio brutale e pianificato di natura sadica" ha detto il giudice ai due imputati, aggiungendo che nella sua decisione ha tenuto conto del movente sadico e dei commenti transfobici come "fattori aggravanti significativi".