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Brexit, oggi è il giorno in cui dobbiamo ricordare il sacrificio di Jo Cox

Ora che si è posata la povere dello scontro politico forse è il caso di ripassare la storia di Jo Cox. Sì, proprio adesso. È la politica che diventa sangue, violenza e morte. È l’esasperazione dello scontro politico che serve per mungere voti e che intanto miete le sue vittime. Forse conviene ricordarselo bene il sacrificio di Jo Cox, proprio in questi giorni. E per il futuro.
A cura di Giulio Cavalli
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Ora che la Brexit è avvenuta, che la bandiera del Regno Unito è stata ripiegata con cura, ora che i sostenitori di Boris Johnson sono scesi in piazza a festeggiare mentre gli europeisti possono cominciare a dare sfogo alla propria nostalgia, ora che si è posata la povere dello scontro politico forse è il caso di ripassare la storia di Jo Cox. Sì, proprio adesso.

Cominciamo dalla fine, il 16 giugno del 2016, appena fuori da un biblioteca di Birstall, a pochi chilometri da Leeds. Mancano pochi minuti alle 13 e una giovane donna, parlamentare laburista, sta uscendo con i due suoi assistenti dalla biblioteca, un edificio basso di mattoni rossi che si trova in una delle strade centrali della città. In quell'ora le strade sono molto trafficate e numerose persone sono già in pausa pranzo, ci sono parecchi testimoni. Un uomo con un cappello nero e una giacca grigia si dirige verso la parlamentare e spara tre colpi di pistola, uno dopo l'altro, Jo Cox cade a terra, l'uomo non scappa, anzi le si avvicina e comincia a accoltellarla, qualcuno racconta addirittura che la prenda anche a calci. Interviene un signore che passava di lì, ha 77 anni, cerca di dividere vittima e assassino ma viene ferito anche lui. Jo Cox viene soccorsa in attesa dell'ambulanza ma alle 13.48 muore. Era una delle stelle nascenti della politica britannica, aveva due figli ed era sposata con Brendan che lavorava per Save The Children.

L'assassino è Thomas Mair, aveva 52 anni quel giorno e lavorava nella zona dell'omicidio saltuariamente come giardiniere, abitava a 15 minuti da lì. I vicini lo descrivono come una persona solitaria, che parlava poco ma che non aveva mai dato fastidio a nessuno. E allora perché aveva deciso di uccidere? Presto detto: durante l'omicidio Mair aveva gridato “Britain first!”, "prima i britannici", che è anche il nome di un partito di destra antieuropeista. Jo Cox era contraria alla Brexit. Anzi, in un suo discorso alcuni giorni prima aveva detto: «Le nostre comunità sono state profondamente migliorate dall’immigrazione, che fosse quella degli irlandesi cattolici o dei musulmani dall’India o dal Pakistan». Mair dall'altra parte era addirittura sostenitore di alcuni gruppi neonazisti USA.

È la politica che diventa sangue, violenza e morte. È l'esasperazione dello scontro politico che serve per mungere voti e che intanto miete le sue vittime. Forse conviene ricordarselo bene il sacrificio di Jo Cox, proprio in questi giorni. E per il futuro.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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