Breivik rifiuta l’eredità. Lo Stato l’avrebbe utilizzata per risarcire le vittime
Torna a far parlare di sé il killer della strage di Utoya. Sono passati ormai quasi due anni da quel terribile 22 luglio 2011 che ha assistito alla strage di quasi una generazione di giovani democratici per mano di Anders Behring Breivik. Ritenuto sano di mente e condannato a 21 anni di carcere, Breivik ha rifiutato l’eredità della madre morta il 22 marzo a causa di una malattia che l’accompagnava ormai da molto tempo. Secondo quanto dichiarato dal suo avvocato, Tor Jordet, il suo cliente avrebbe rifiutato di incassare l’eredità per evitare che quei soldi finissero nelle tasche dello stato per risarcire le vittime della strage. “è sicuramente una delle ragioni della sua decisione”. L’eredità è costituita da un appartamento del valore di 3,7 milioni di corone, che equivalgono a circa 484 mila euro. Avendo rifiutando la sua parte, l’intera somma proveniente dalla vendita della casa della madre andrà alla sorellastra di Breivik e a due fondazioni benefiche. L’annuncio della vendita è on-line.
Questo appartamento è il luogo che ha ospitato lo stragista durante la lunga pianificazione dell’attentato. Infatti, Breivik era tornato a vivere nella casa della madre nel 2006, all'età di 27 anni, in uno dei quartieri benestanti di Oslo. Tuttavia, a pochi mesi dalla strage del 2011, si trasferì in una fattoria, per riuscire ad ottenere il fertilizzante con cui ha successivamente costruito la bomba esplosa nel centro della capitale norvegese. In quel concitato venerdì di luglio Anders Breivik uccise a sangue freddo 69 persone sull'Isola di Utoya. La maggior parte di loro erano adolescenti e giovani che si erano ritrovati al campo del partito democratico. Per distogliere l’attenzione dall'isola, il killer pianificò un attentato nel centro del potere norvegese, per il quale persero la vita otto persone che si trovavano lì per caso.