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Breivik fa infuriare Lacoste: “Non indossi i nostri prodotti”

Breivik non dovrà indossare più capi firmati Lacoste: la nota maison francese ha contattato la Polizia norvegese per impedire al killer delle stragi di Oslo e Utøya di vestire con felpe e polo del coccodrillo.
A cura di Daniela Caruso
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Killer delle stragi di Oslo e Utøya

Se l’attenzione della stampa sembra scemata sulle stragi di Oslo, quella di Lacoste su Breivik, il mostro di , invece, è viva e attenta. Cosa c’entra la nota casa di moda con il killer norvegese che ha provocato decine di morti e messo in ginocchio il paese scandinavo? L’uomo indosserebbe molto spesso le maglie della famosa griffe francese e, per questo motivo, Lacoste ha diffidato Breivik, grande estimatore del coccodrillo della nota griffe.

Una passione, quella di Anders Berhing Breivik che non è passata inosservata, soprattutto nel giorno del suo arresto, in cui è stato fotografato con una maglia Lacoste di colore rosso. Non è l’unica occasione in cui il mostro ha indossato un capo della Lacoste: infatti, il coccodrillo è presente nella sua foto profilo di Facebook (in un’altra nuance) e nel ritratto allegato  al memoriale 2083, da lui scritto due anni prima delle folli stragi. Lacoste è scesa in campo, diffidando Breivik, proprio per evitare che il celebre logo diventi una sorta di “segno di riconoscimento” dello stesso killer, evitando, così, un danno d’immagine notevole.

La polizia di Oslo è stata contattata dalla maison per far sì che l’estremista non indossi più capi del coccodrillo. A confermare l’insolita notizia anche il quotidiano norvegese, “Dagladet”: Lacoste non intende “sporcare” il proprio marchio con il volto di Breivik e far diventare quest’ultimo un testimonial implicito dell’azienda. Il detenuto, dunque, dovrà, necessariamente rinunciare alla sua passione per l’abbigliamento Lacoste: inoltre, anche la foto allegata al memoriale scritto da Breivik dovrà essere rimossa al più presto. Secondo Breivik, indossare Lacoste significava “inviare un segnale psico-socio-economico: ovvero quello di essere un europeo istruito e conservatore”.  Nonostante il divieto della Lacoste, l’amore per le felpe e le maglie del coccodrillo non si arresta in carcere: il giovane rifiuterebbe, infatti, di indossare abbigliamento anonimo in cella, chiedendo di avere a disposizione capi griffati Lacoste.

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