Breccia: “Diga di Kakhovka al 99% distrutta dai russi per impedire la controffensiva in quel settore”
La distruzione della diga di Nova Kakhovka "avrà conseguenze gravi e di vasta portata per migliaia di persone nell'Ucraina meridionale su entrambi i lati della linea del fronte a causa della perdita di case, cibo, acqua potabile e mezzi di sussistenza". A dirlo ieri il Martin Griffiths, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari e coordinatore dei soccorsi di emergenza commentando il grave danneggiamento dell'invaso sul fiume Dnepr, e aggiungendo che la reale portata della catastrofe sarà evidente solo nei prossimi giorni.
Analizzare quello che è accaduto solo da un punto di vista umanitario non basta. La distruzione della diga di Kakhovka deve essere esaminata nel più ampio contesto della guerra ucraina e più nello specifico alla luce della controffensiva estiva di Kiev, che mostra segni di essere già in atto. Tra le ipotesi che gli analisti militari hanno avanzato negli ultimi mesi c'è che – affinché questa controffensiva abbia successo – una delle strade da percorrere sia quella di rompere la stretta della Russia su una fascia di territorio conquistata l'anno scorso e che collega la Crimea alla regione orientale del Donbass, in Ucraina. Kiev avrebbe potuto cercare di sfondare le linee difensive russe a sud di Zaporizhzhia e dividere quel territorio in due, isolando la Crimea e ottenendo un'importante vittoria strategica.
Cosa c'entra la diga con tutto questo? Secondo il professor Gastone Breccia la sua distruzione ha causato l'allagamento di una vastissima porzione di territorio circostante, impedendo per settimane o mesi che possa essere transitabile dalle truppe ucraine.
Sul crollo della diga assistiamo a uno scambio d'accuse tra Russia e Ucraina. Sergiy Kyslytsya, inviato di Kiev all'ONU, ha affermato che Mosca ha il controllo della diga da più di un anno ed è fisicamente impossibile farla saltare in aria bombardandola. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha invece dichiarato: "Possiamo affermare inequivocabilmente che stiamo parlando di un sabotaggio deliberato da parte ucraina". Come potrebbero stare le cose?
Partiamo da una premessa. La diga di Nova Kakhovka era controllata dall'esercito russo, e su questo non ci sono dubbi. Per provocare un danno di quel tipo a un'infrastruttura del genere la cosa più ovvia è minarla alla base, operazione che può essere agevolmente compiuta da chi ne ha il controllo. È invece da escludere che sia stata colpita dall'artiglieria ucraina, perché sarebbe stato necessario prenderla di mira per ore, e comunque escludo che dei proiettili d'artiglieria avrebbero potuto causare quel tipo di lesioni. Da scartare anche la pista di un missile cruise: gli effetti sarebbero stati diversi e un'arma di quel tipo avrebbe lasciato delle tracce. I russi sono dei mentitori seriali, ma non sono scemi: se la diga fosse stata colpita da un razzo ucraino Mosca ne avrebbe certamente recuperato i relitti mostrandoli al mondo intero per incolpare Kiev. Questo è certo. Direi quindi che al 99% la diga di Nova Kakhovka è stata danneggiata dall'esercito russo.
È dunque da escludere, secondo lei, che la struttura sia stata minata dagli ucraini?
Uno potrebbe pensare a degli uomini-rana ucraini che siano riusciti ad arrivare alla base della mina e a piazzare delle cariche esplosive, ma questo accade nei film. Non è impossibile, intendiamoci, ma è molto, molto improbabile. C'è a dire il vero una terza ipotesi che non mi sentirei di escludere. Che si sia trattato di un "mezzo incidente".
Un atto involontario?
La diga era già stata danneggiata mesi fa. Di recente i russi hanno chiuso le paratie allo scopo di riempire l'invaso al suo massimo storico, non calcolando i danni che la pressione dell'acqua avrebbe potuto provocare a una struttura già parzialmente compromessa. Sono molto scettico in merito a questa ipotesi, ma non possiamo comunque escludere che le cose siano andate in questo modo.
A chi giova il crollo della diga di Nova Kakhovka, dal punto di vista strettamente militare?
I russi hanno reso una parte di territorio a valle della diga e fino al mare intransitabile per settimane. L'allagamento impedirà del tutto a Kiev di condurre in quel settore la sua controffensiva. Si tratta di un vantaggio oggettivo per i russi, perché per settimane quella zona sarà interdetta alle truppe ucraine. A dire il vero io – come molti altri – non ho mai creduto che gli ucraini avrebbero lanciato lì il loro contrattacco: anche prima del crollo di Nova Kakhovka, infatti, avrebbero dovuto attraversare il fiume Dnepr, largo in alcune porzioni fino a due chilometri, esponendosi al fuoco russo. L'alternativa sarebbe stata attraversare l'unico ponte in quella zona, quello di Antonivka, che però è parzialmente crollato. Insomma, l'unica perplessità sui vantaggi per i russi è questa: penso che da lì gli ucraini non avrebbero comunque mai attaccato. Certo, ora è davvero impossibile che lo facciano.
C'è chi dice che il danneggiamento dell'invaso danneggi in realtà anche i russi, perché impedisce alla Crimea l'accesso all'acqua dolce.
Questo punto è molto controverso. Effettivamente la Crimea si rifornisce di acqua in parte dal fiume Dnepr, ma sappiamo che dispongono di scorte di acqua dolce per i prossimi due anni. Inoltre per i russi il danno militare è praticamente assente; il problema è per la popolazione della Crimea, che tra qualche anno dovrà in qualche modo essere rifornita. Non c'è però nessun effetto immediato.
Dopo il danneggiamento della diga come si dovranno riorganizzare russi e ucraini?
Gli ucraini dovranno gestire decine di migliaia di sfollati dalle zone inondate, affrontando un grave problema ecologico e di "protezione civile". Dal punto di vista militare Kiev dovrà definitivamente rinunciare a una controffensiva in quelle zone, mentre i russi potranno spostare qualche battaglione da quel settore per difendere altri più minacciati.
Sono noti altri attacchi a questo tipo di infrastrutture nella storia recente?
Altroché. Nel 1941 i sovietici in ritirata fecero saltare in aria una diga più a nord sul fiume Dnepr, quella di Zaporizhzhia: allagarono i territori a valle e impedirono ai nazisti di avanzare, ma purtroppo morirono diverse migliaia di civili. La stessa cosa la fecero i tedeschi due anni e mezzo dopo durante la loro ritirata dall'Unione Sovietica: anche in quel caso venne danneggiata la diga di Zaporizhzhia. I tedeschi allagarono anche la Normandia prima dello sbarco alleato.