Brasilia, prende un ostaggio e chiede di estradare Cesare Battisti
Un politico brasiliano ha preso in ostaggio un dipendente dell’hotel Saint Peter di Brasilia e, tra le altre cose, ha chiesto l’estradizione in Italia dell’ex terrorista rosso Cesare Battisti, condannato all’ergastolo per quattro omicidi durante gli anni di piombo. Poi, dopo un paio d’ore di trattive si è arreso. L’attentatore – Jac Souza dos Santos, 30 anni, esponente del partito conservatore Partido de la Republica (Pr), già consigliere della città di Combinado, nello stato di Tocantins – aveva costretto il suo ostaggio a indossare un gilet esplosivo, come si vede nelle foto in cui è affacciato da una finestra dell’albergo, minacciando di farlo saltare in aria. Tra le sue richieste c'erano anche le dimissioni della presidente Dilma Rousseff. L'uomo aveva lasciato tre lettere di addio alla famiglia: "Il contenuto delle lettere è un addio, ha scritto che questa tempesta passerà e che darà la sua vita", ha riferito il portavoce della polizia, Paulo Henrique Almeida. La polizia ed i vigili del fuoco aveva fatto evacuare i circa 300 ospiti dell’hotel e isolato la zona, nel timore di una esplosione. Un portavoce della polizia civile di Brasilia aveva detto che “al 98%” i candelotti di dinamite erano veri.
Chi è Cesare Battisti
Cesare Battisti è un ex terrorista italiano condannato in contumacia all'ergastolo (con sentenze passate in giudicato) per aver commesso quattro omicidi, in concorso, negli anni Settanta. Dopo aver trascorso la prima fase della sua latitanza in Francia, fu fermato in Brasile nel 2007 e detenuto nel carcere di Brasilia fino al 9 giugno 2011. Il 31 dicembre 2010 il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva aveva negato l'estradizione in Italia. Della questione venne investita la Corte costituzionale brasiliana, che l'8 giugno 2011 negò definitivamente l'estradizione. Battisti è attualmente in libertà.