Brasile, stop all’aumento del prezzo dei trasporti. Neymar si schiera coi manifestanti
I manifestanti brasiliani hanno vinto la loro prima importante battaglia: le amministrazioni di Rio de Janeiro e San Paolo, dopo giorni di proteste, sono state costrette a cancellare l'aumento del prezzo dei biglietti dei mezzi di trasporto pubblici. Eduardo Paes e Fernando Haddad, sindaci delle due grandi città, hanno annunciato ieri sera la diminuzione di 20 centavos di Real, analogamente a quanto fatto da altre 12 città minori del paese dopo l’appello della presidente Dilma Rousseff, che in una conferenza stampa aveva detto: "Queste voci devono essere ascoltate, la mia generazione sa bene quanto ci è costato. La grandezza della manifestazioni dimostra l’energia della nostra democrazia. La forza della voce della strada è il senso civico del nostro popolo". Dilma durante la dittatura (1964-1985) venne arrestata e torturata in carcere, e non ha avuto difficoltà a trovare la sintonia con il suo popolo, permettendo alle autorità locali di alleggerire la repressione che rischiava di degenerare e diventare molto più violenta.
Tuttavia – malgrado la parziale vittoria sul tema dei trasporti pubblici – c'è da giurare che i manifestanti continueranno a scendere in strada. La protesta infatti riguarda anche gli eccessivi costi organizzativi della Coppa del Mondo di calcio e lo slogan più in voga in questi giorni è "Più scuole, meno mondiali", nel tentativo di costruire una società più giusta e con meno disuguaglianze sociali.
Sorprendentemente i manifestanti hanno trovato una sponda nell'attaccante della nazionale carioca Neymar, che si è schierato con forza dalla parte dei 15mila che protestavano nei pressi dello stadio Castelao di Fortaleza, seguendo le orme dei colleghi Dani Alves e David Luiz, che nei giorni scorsi avevano espresso solidarietà al movimento di protesta. Neymar ha pubblicato una foto su Instagram e un post di commento: "È triste quello che sta succedendo – ha scritto Neymar -. Ho sempre sperato che non fosse necessario arrivare al punto di scendere in strada per esigere migliori condizioni di trasporto, salute, educazione e sicurezza, perché sono cose che ogni governo dovrebbe assicurare. I miei genitori hanno lavorato molto per poter offrire a me e mia sorella un minimo di qualità di vita. Oggi, che ricevo salari importanti grazie al successo di cui voi mi onorate, la mia potrebbe sembrare demagogia, ma non lo è: e allora alziamo la bandiera a favore delle manifestazioni che si stanno svolgendo in tutto il Brasile. L’unica forma in cui posso rappresentare e difendere il Brasile – ha aggiunto il n.10 della Selecao – è sul campo, giocando a calcio. Ma a partire da questa partita contro il Messico entrerò in campo ispirato da questa mobilitazione popolare. Anche io voglio un Brasile più giusto, sicuro, salubre e onesto".