Brasile, rimossa dalla presidenza Dilma Ruosseff. Lei: “È golpe”. Caos nelle strade
Il Senato brasiliano, dopo un’estenuate sessione durata quasi 21 ore, ha approvato con 55 voti a favore e 22 contrari l'impeachment della presidente Dilma Rousseff. La carica verrà ricoperta ad interim dal vice presidente, Michel Temer, leader del Partito Democratico Movimento Brasileiro (PMDB).
La prima presidente donna del Brasile è accusata di aver manipolato i conti pubblici per mascherare un aumento del deficit nel 2014, anno della sua rielezione. Il Senato ha dunque ratificato a maggioranza semplice l'impeachment già votato dalla Camera lo scorso 17 aprile. Il primo effetto della votazione dei senatori è la sospensione di Rousseff per 180 giorni durante i quali dovrà difendersi dalle accuse davanti alla Corte suprema. Una successiva votazione, che si terrà probabilmente in ottobre, deciderà il suo destino. A quel punto non servirà solo un maggioranza semplice ma si dovranno raggiungere i due terzi, vale a dire 54 senatori, per estrometterla definitivamente dalla presidenza.
A meno di 3 mesi dall'inizio delle Olimpiadi, il potere passa quindi nelle mani di Michel Temer, fino ad un mese e mezzo alleato politico di Rousseff e ora suo peggior nemico, definito dalla stessa presidente “un traditore e il capo dei cospiratori”. Dilma Rousseff si è sempre difesa dalle accuse sostenendo che, se c’è stata qualche violazione nel bilancio federale, è servita a continuare gli sforzi del suo governo per mantenere i programmi sociali contro la povertà.
Rousseff, che abbandona il palazzo presidenziale Planalto dopo un anno e quattro mesi dall'inizio del suo secondo mandato, a proposito della votazione al Senato parla esplicitamente di golpe. Sulla sua pagina Facebook ha scritto: “Senza riuscire a identificare il reato commesso, il Senato federale ha deciso di allontanare la presidente Dilma e proseguire l'impeachment”. “Si stanno usando – continua – pretesti legali per sollevare dal potere una presidente legittimamente eletta in un'ingiustizia storica".
A pesare sulla decisione dei senatori c’è anche la grave crisi economica nella quale il gigante verde-oro si trova immerso. Il Brasile, che ospiterà i prossimi Giochi olimpici quest'estate, è in recessione e gli scandali legati a Petrobras (l’azienda petrolifera statale e di cui Rousseff è stata la presidente del consiglio di amministrazione) hanno già visto decine di politici, dirigenti di alto rango e lobbisti accusati di corruzione.
La destituzione temporanea di Rousseff divide il Paese. Nella capitale Brasilia, durante la sessione del Senato, è stata eretta una recinzione metallica per separare i sostenitori della presidente dai fautori dell’impeachment. Ci sono stati scontri tra la polizia e i manifestanti e una persona è stata arrestata. Anche a San Paolo, la capitale economica del Brasile, sono scesi in piazza sia i difensori che i detrattori di Rousseff, senza però che si registrassero incidenti.
L’avvocato generale dello Stato, José Eduardo Cardoso, chiudendo la sessione del senato ha riassunto così la posizione del governo: “L’accusa alla base di questo processo di impeachment potrebbe essere mossa a tutti i presidenti di tutti i Paesi del mondo. Voi (riferito ai senatori) state condannando un’innocente”.
Quando l’esisto della votazione era ormai scontato, il vice presidente Temer – su cui pesa un processo analogo di impeachment – aveva già cominciato le riunioni per formare il prossimo governo. I primi provvedimenti riguarderanno l’economia e l’attuazione di misure di austerità. E' previsto che il nuovo presidente pro tempore del Brasile parli alla nazione alle tre del pomeriggio ora locale (le otto in Italia).
"Quello aperto contro di me è un processo fragile, giuridicamente inesistente, una vera brutalità" – ha sottolineato Rousseff nel corso di una conferenza stampa – affermando poi di aver svolto il proprio mandato "in maniera degna e onesta". Quindi, ha annunciato l'intenzione di non arrendersi: "In nome dei voti ricevuti e di tutto il popolo brasiliano lotterò con tutti gli strumenti legali per svolgere il mio mandato fino alla fine, ovvero il 31 dicembre 2018". E lasciando il palazzo presidenziale, Dilma Rousseff ha tenuto un appassionato discorso davanti ai suoi sostenitori accorsi per manifestare il loro appoggio. "Dico ai brasiliani che si oppongono al golpe: mantenetevi mobilitati, uniti e in pace, perché la lotta per la democrazia e' permanente".