Brasile, ragazzino insultato a scuola per maglietta con simbolo del partito di Rousseff
In Brasile il dissenso nei confronti della presidente Dilma Rousseff dopo lo scandalo Petrobras sta raggiungendo livelli limite. Chi appoggia il partito di governo è oggetto di insulti e aggressioni. E talvolta succede anche a chi è solo, anche erroneamente, sospettato di farlo. L'altro giorno un ragazzino di nove anni di San Paolo è stato insultato in classe dai compagni per aver indossato una maglia rossa con sopra una croce bianca: un simbolo che ricorda quello della presidente Rousseff. Le aggressioni verbali sono nate perché gli altri allievi della scuola hanno preso il bambino per un "sostenitore del partito dei lavoratori", una categoria da picchiare. Peccato che l'indumento, invece, riproducesse la bandiera della Svizzera. L'episodio è stato denunciato su Facebook dal padre dello studente, Rogerio Maudonnet. "Durante la lezione di inglese, mio figlio di nove anni è stato attaccato per aver indossato una maglietta rossa. Ma che Paese è questo? Quale odio stanno trasmettendo i genitori ai propri figli", ha scritto.
Ma questo non è stato l'unico episodio. La BBC ha riportato altre vicende simili, che danno la cifra dell'aria che tira nel paese. Renata Baltar, una storica anche lei di San Paolo, storica, ha raccontato su Facebook un caso di cui è stata vittima. "Ero con un amico americano al ristorante, erano le cinque del mattino -ha scritto – e il posto era affollato, quando d’un tratto l’intero ristorante ha iniziato a gridare slogan contro il governo. Un uomo che era accanto a me ha iniziato a fare alcuni commenti sessisti molto sgradevoli nei confronti della presidente Dilma. Gli ho risposto che poteva essere una cattiva presidente, ma che non per questo era una sgualdrina, e che lui non aveva alcun diritto di offenderla. Si è rivolto a me infuriato e mi ha offeso con i termini peggiori, minacciandomi di picchiarmi".