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Brasile, l’ex presidente Lula fermato per lo scandalo Petrobras: “Prove di tangenti”

L’ex leader prelevato all’alba nella sua abitazione per essere interrogato nell’ambito dell’inchiesta per tangenti sul colosso petrolifero statale brasiliano.
A cura di Antonio Palma
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Lo scandalo Petrobras, l'inchiesta sul colosso petrolifero statale brasiliano accusato di aver pagato per anni tangenti alle forze politiche locali, arriva sempre più vicino al cuore del potere del Paese sudamericano. La polizia brasiliana questa mattina infatti ha fermato l'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, prelevandolo dalla sua abitazione per portarlo in caserma per un interrogatorio. Le accuse nei confronti dell'ex numero uno del governo sono pesanti. "Ci sono elementi di prova che l'ex presidente Lula abbia ricevuto denaro proveniente dallo schema interno a Petrobras" hanno spiegato infatti gli inquirenti locali. In particolare nel mirino degli investigatori sarebbero finiti due immobili riconducibili a Lula: una casa di campagna ad Atibaia e un appartamento vista mare sul litorale atlantico. Secondo la polizia brasiliana per le due costruzioni Lula avrebbe beneficiato di trattamenti di favore da alcune società coinvolte nello scandalo Petrobras.

Insieme al fermo di Lula, che non è un arresto ma una misura restrittiva per interrogarlo, gli inquirenti hanno fatto scattare procedimenti analoghi anche per la moglie, l’ex first lady Marisa, per i figli della coppia e diversi esponenti del Partito dei Lavoratori. In tutto sarebbero oltre una decina i fermi effettuati oggi dagli agenti. Contemporaneamente la polizia ha effettuato decine di perquisizioni in uffici e abitazioni dei fermati, comprese quelle di Lula, in cerca di prove.

Tafferugli dopo il fermo di Lula

I fatti contestati all'ex Presidente risalgono al periodo in cui Lula era ancora in carica e a quello immediatamente successivo. Secondo gli inquirenti Lula, attraverso i lavori di ristrutturazione dei due immobili, avrebbe ricevuto tangenti. Il suo nome era stato tirato in ballo da alcuni accusati che hanno deciso di collaborare. L'ex leader dal suo canto ha sempre negato ogni addebito proclamandosi "pulito". Fino a questo momento però si era sempre opposto alle richieste di interrogatorio dei magistrati brasiliani di Curitiba, dai quali è partita l'inchiesta oltre un anno fa. Anche per questo i pm hanno deciso di utilizzare la misura coercitiva prelevando all'alba Lula nel suo palazzo alla periferia di San Paolo.

Dopo la diffusione della notizia del fermo davanti alla sua residenza a Sao Bernardo do Campo si è radunata una folla di persone sia sostenitori che detrattori dell'ex presidente. Sono scoppiati anche dei tafferugli tanto da richiedere l'intervento della polizia. Il Partito del Lavoratori dal suo canto parla di Lula come di prigioniero politico confermando il sostengo all'ex leader

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