Brasile, è caccia ai trans: 170 uccisi nel 2017
E' la prima transessuale a capo di una scuola di samba, la Academicos do Salgueiro: si chiama Kamilla Karvalho e il suo nome sta facendo il giro del Brasile. Nata di sesso maschile, dopo aver scoperto la passione per il ballo si è sottoposta a quattro interventi chirurgici ed oggi, da transessuale, balla in testa al corteo nelle sfilate del Carnevale che si stanno svolgendo a Rio De Janeiro. Un evento storico, che ha acceso i riflettori sulla comunità Lgbt verdeoro. "Non abbiamo mai trovato un nostro spazio – ha dichiarato Kamilla all'agenzia Reuters – adesso abbiamo una responsabilità e spero che questa inziativa possa servire come esempio. Essere transessuali vuol dire essere discriminati perché tutto ciò che è diverso genera resistenza", ha concluso.
Malgrado il Brasile sia considerato un Paese molto tollerante, i dati raccontano un altro fenomeno, in costante ascesa: stando a quanto riportato da Rede Trans, un sito brasiliano che monitora gli attacchi a persone trans, sono 170 quelle uccise nel 2017. Nel 2016 le vittime erano state 144. Dieci anni fa furono meno della metà: 57. Cifre che parlano da sole e che hanno scatenato un acceso dibattito soprattutto dopo che è stato caricato su Youtube un video che mostrava le torture subite da una transessuale. "L'omicidio è stato scioccante perché sono circolate quelle immagini, ma la triste realtà è che succede ogni giorno" ha dichiarato in un'intervista Toni Reis, direttore di Lgbt Alliance, associazione con sede negli Stati Uniti. Transgender Europe ha confermato che, tra il 2011 e il 2016, il Brasile è stato il Paese in cui sono state uccise più persone transgender al mondo. Ciò è avvenuto malgrado aperture importanti, come la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso approvata nel 2013.