Brasile, continuano le proteste contro gli aumenti (e le spese per il Mondiale)
Anche nella giornata di ieri decine di migliaia di persone sono scese in strada in Brasile per protestare contro le politiche del Governo in materia fiscale e contro lo "spreco" di denaro pubblico connesso alle spese per il prossimo Mondiale di calcio. Almeno 11 le città interessate dalla protesta che vede in prima linea studenti e ceti popolari, infuriati in particolar modo per l'aumento dei prezzi dei trasporti pubblici deciso dal Governo nelle ultime settimane.
Le manifestazioni più rilevanti, oltre a quella di San Paolo, sono state senza dubbio quelle di Brasilia e Rio de Janeiro, mentre ancora una volta si segnalano disordini a Belo Horizonte, in contemporanea con la partita della Confederations Cup che vedeva di fronte Nigeria e Tahiti. Nella capitale la protesta si è invece svolta pacificamente, con migliaia di giovani che hanno contestato duramente il Presidente Dilma Rousseff (così come era avvenuto durante la cerimonia di apertura della Confederations Cup), mentre la polizia creava un cordone di sicurezza intorno al Parlamento brasiliano (che non ha impedito il raggiungimento del tetto dell'edificio da parte di qualche decina di manifestanti, che hanno srotolato striscioni polemici all'indirizzo del Governo).
L'epicentro della protesta resta ancora San Paolo, dove, come riportato da Brancaccia per l'Ansa, "giovedi' scorso vi sono stati duri scontri con la polizia militare: oltre 100 mila persone hanno sfilato pacificamente in diversi cortei, bloccando la circolazione della megalopoli paulista […] Si segnalano incendi di cassonetti e auto in sosta. Due agenti sono rimasti feriti e una decina di manifestanti sono stati arrestati".
Per il momento dal Governo non sembra esserci l'intenzione di fare marcia indietro sull'aumento dei trasporti (va ricordato che il Brasile, dopo una lunga fase di espansione economica, attraversa un periodo di "rallentamento, malgrado il persistere di un'inflazione a livelli record"), mentre continuano le polemiche sulla decisione di "sfrattato migliaia di famiglie per far posto a parcheggi e nuove strutture che ospiteranno i tifosi di tutto il mondo in occasione dei Mondiali di calcio del prossimo anno".