Brasile, bruciata viva al quarto mese di gravidanza: fermato il padre del bambino
È morta gridando aiuto per sé e il figlioletto che portava in grembo mentre le fiamme divoravano l'auto in cui era stata legata e rinchiusa. Ellen Priscila Ferreira da Silva, 24 anni, al quarto mese di gravidanza, è deceduta nella sua auto dopo essere stata immobilizzata, inzuppata di benzina e data alle fiamme dall'uomo che l'aveva messa incinta dalla moglie di lui e altri complici.
Sarebbe una disumana vendetta quanto accaduto a San Paolo, in Brasile, lo scorso 17 ottobre, quando Ellen Priscila è stata ritrovata cadavere insieme a un'altra persona. Le indagini della polizia hanno identificato subito il presunto responsabile, Ely Carlos dos Santos, 39 anni, padre del figlio mai nato della vittima, sua moglie altre tre persone, tre uomini di diciannove, trentacinque e trentotto anni. I sospetti sono stati arrestati e attendono in carcere l'evoluzione delle indagini.
È stato "un crimine premeditato e incredibilmente crudele" ha detto Paulo de Tarso, ufficiale a capo delle indagini. Aggiungendo che "uno dei sospettati ha perfino consolato la madre della vittima, prima dell'arresto". A inchiodare il gruppo la confessione del diciannovenne e della donna, mentre gli altri due sospettati hanno negato ogni coinvolgimento nel delitto.
Pochi giorni dopo il feroce duplice omicidio, un'altra giovane donna incinta è stata ritrovata cadavere, in Tezas. Si tratta di Ann Bradley, ventitré anni, uccisa a coltellate dal fidanzato, William James Martinez, trentanove anni, reo confesso. Il corpo della vittima era stato nascosto nel congelatore dell'abitazione di William James Martinez ed è lì che è stato scoperto dagli investigatori.